“RISERVA IN FIERA” Festa degli Incontri diocesana dell’ACR

a cura di Maria Rosaria Petrosillo, responsabile diocesana ACR

Sabato 1° giugno si è svolta la Festa degli Incontri diocesana presso il santuario rupestre della Madonna delle Grazie di San Marzano in San Giuseppe, nella quale oltre ad essere presenti i bambini e i ragazzi dell’Azione Cattolica dei Ragazzi con i loro educatori, hanno partecipato anche i loro genitori.
La festa, dal titolo “Riserva in fiera”, ha voluto evidenziare quanto sia importante prendersi cura dell’ambiente che ci circonda, attraverso giochi e laboratori in cui i bambini e i ragazzi si sonoci mentati. Tutti i partecipanti hanno sperimentato la bellezza di abitare in un mondo in cui loro non
sono semplici osservatori, ma promotori e testimoni nell’assumersi la responsabilità di proteggere la grande “casa comune” la nostra amata terra.
La “Festa degli Incontri” è la conclusione di un percorso fatto durante il mese degli incontri in cui i bambini e i ragazzi, all’interno dei loro gruppi di appartenenza nelle varie parrocchie, hanno potuto riflettere e adoperarsi per far sì che si possano attuare cambiamenti dei propri stili di vita per il
raggiungimento del bene comune.
Questa è una delle tappe dell’iniziativa annuale che prende in considerazione la dimensione caritativo/missionaria «che aiuta a tradurre nella vita del ragazzo degli obiettivi specifici per essere “lievito” nel mondo, con una grande apertura al territorio, nella collaborazione con altre associazioni,
enti, istituzioni in esso operanti» (guida per l’educatore).
I bambini e i ragazzi hanno avuto la possibilità di poter partecipare a due laboratori, in particolare, con “Natà laboratorio riuso creativo solidale” che attraverso il riciclo di stoffe e di altri materiali ridona nuova vita creando così oggetti che possono essere rimessi nuovamente in circolazione per
evitare la “cultura dello scarto” prodotta dal consumismo frenetico; come ci dice Papa Francesco nella sua enciclica sulla cura della casa comune “Laudato si” e coltivare, in tal senso, un’ecologia culturale.
L’altro laboratorio ha visto la partecipazione di “BioApicoltura Ohana” che ha sensibilizzato i presenti a adottare pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente che vedono protagonista le api, le quali sono fondamentali per l’ecosistema del nostro pianeta e senza di loro non potremmo avere, ad
esempio, alcuni frutti e verdure.
Ringraziamo queste due associazioni per la passione e la dedizione che trapela dal loro operato sempre volto alla salvaguardia dell’ambiente.

Inoltre, i bambini e i ragazzi attraverso dei giochi, hanno potuto constatare l’importanza dell’impegno a fare la raccolta differenziata dividendo la carta dalla plastica, e a diventare delle apette che in maniera divertente impollinano un fiore.

Non è mancata la preghiera iniziale tenuta dal nostro assistente don Luciano Matichecchia nella quale i presenti hanno ricevuto il mandato missionario con una speciale benedizione.
Dopo il momento di preghiera abbiamo avuto l’onore di avere con noi la dott.ssa Marisa Margherita esperta del luogo, la quale ha raccontato la storia della chiesa e fatto conoscere la lingua arbereshe ossia l’albanese antico, parlato ancora dalle persone anziane di San Marzano.
Ovviamente la festa è stata colorita dall’inno e da altre canzoni che hanno coinvolto piccoli e grandi in balli divertenti e gioiosi.
Una menzione particolare anche al Sindaco di San Marzano Francesco Leo, che è venuto a trovarci, e a tutta la sua giunta che ringraziamo per la loro totale disponibilità e per l’attenzione verso l’associazione tutta.

Un ringraziamento particolare va a tutta l’equipe diocesana e a tutti gli educatori che hanno permesso la buona riuscita della festa, sempre attenti ai bisogni dei più piccoli di cui si prendono costantemente cura.
Ci piace concludere con alcune frasi di Papa Francesco prese dall’enciclica “Laudato si” quando parla di San Francesco d’Assisi e dice: «…San Francesco ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà: “difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore” (Sap 13,5)».

A braccia aperte! L’incontro nazionale dell’A.C. con Papa Francesco

Nei giorni precedenti all’evento le notizie che ci arrivavano parlavano di 50.000 presenze.

50.000 tra bambini, giovani ed adulti di Azione Cattolica, tutti in piazza San Pietro per l’incontro con Papa Francesco. Mentre ci incamminavamo ci chiedevamo proprio questo…chissà quanti saremo?!?! Siamo stati tra i primi ad oltrepassare il maestoso colonnato del Bernini per ritrovarci in una piazza fresca, non ancora riscaldata dal sole e dal calore dei soci di AC. Abbiamo visto pian piano la piazza riempirsi intorno a noi e nel giro di un paio d’ore l’annuncio: “Siamo 80.000”, un grido di gioia si è alzato da una folla contraddistinta dai colori associativi, in un luogo che, architettonicamente “abbraccia”, accoglie ed avvolge.

Quella del 25 aprile scorso è stata una giornata ricca di emozioni per i tanti accorsi all’invito del Santo Padre, una data scelta dal Pontefice che è stata anche un modo per festeggiare insieme i tanti cattolici che parteciparono alla lotta partigiana contro il Nazifascismo e per la liberazione dell’Italia.

La giornata è iniziata con un momento di preghiera, presieduto dall’Assistente Ecclesiastico Generale, S.E. Mons. Claudio Giuliodori che ha proposto una riflessione, sottolineando l’importanza dell’incontro con Cristo che aiuta ad andare avanti anche nei tempi drammatici attuali, invitando a essere sempre più testimoni del Risorto in ogni campo della vita.

A seguire tanti i momenti di riflessione e intrattenimento, presentati da Massimiliano Ossini ed Antonella Ventre. Dal sagrato abbiamo ascoltato i “Rulli Frulli” che hanno raccontato la loro vicenda di banda musicale di inclusione, dove ognuno può partecipare suonando strumenti inusuali. Il presidente nazionale di AC, Giuseppe Notarstefano, ha poi commentato il rapporto tra l’associazione e il Papa, soprattutto «l’insegnamento che ci ha dato invitandoci a essere una Chiesa in uscita e sostenendoci nelle nostre innumerevoli sfide che affrontiamo sempre con il sorriso e, appunto, a braccia aperte». Significativo l’intervento di Neri Marcorè che ha cantato un testo e letto delle riflessioni contro la guerra, ricordando la Festa della liberazione.

Qualche minuto dopo sulle note di “Jesus Christ You Are My Life” l’arrivo di Papa Francesco sulla sua papamobile che girando per la piazza ha salutato tutti i presenti.

Dopo un lungo giro, il Papa prende la parola, ci saluta ed accoglie. Un discorso incentrato sulla cultura dell’abbraccio.

Il titolo che avete scelto per il vostro incontro è infatti “A braccia aperte”. L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana. La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza, a cui ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello del congedo dal cammino terreno. E soprattutto è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama, ci ama per primo e non smette mai di stringerci a sé, specialmente quando ritorniamo dopo esserci perduti, come ci mostra la parabola del Padre misericordioso”.

Proseguendo il Papa ci ha proposto tre tipi di abbraccio, “l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita”.

Quando l’abbraccio manca, “le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto e contrapposizione, anche violenta, di diffidenza nei confronti degli altri, vicini e lontani, fino a portare al conflitto”. Perciò “all’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico”.

Poi c’è l’abbraccio che salva che “raggiunge il suo culmine nell’Eucaristia e sulla Croce, quando Cristo offre la sua vita per la salvezza del mondo, per il bene di chiunque lo accolga con cuore sincero, perdonando anche ai suoi crocifissori. E tutto questo ci è mostrato perché anche noi impariamo a fare lo stesso. Lasciamoci abbracciare da Lui, come bambini, per poter abbracciare i fratelli e le sorelle con la stessa carità”.

Infine l’abbraccio che cambia la vita. Un abbraccio può cambiare la vita, mostrare strade nuove, strade di speranza. Sono molti i santi nella cui esistenza un abbraccio ha segnato una svolta decisiva, come San Francesco, che lasciò tutto per seguire il Signore dopo aver stretto a sé un lebbroso. E se questo è stato valido per loro, lo è anche per noi. Ad esempio per la vostra vita associativa, che è multiforme e trova il denominatore comune proprio nell’abbraccio della carità, unico contrassegno essenziale dei discepoli di Cristo, regola, forma e fine di ogni mezzo di santificazione e di apostolato. Lasciate che sia essa a plasmare ogni vostro sforzo e servizio, perché possiate vivere fedeli alla vostra vocazione e alla vostra storia”

Infine ci ha esortati ad essere atleti e portabandiera di sinodalità nelle diocesi e parrocchie di appartenenza per una piena attuazione del cammino fino ad oggi compiuto.

Al termine del discorso il Papa ha salutato i presenti sul sagrato e tutti noi con un ultimo giro sulla papamobile.

La mattinata è proseguita con i cantanti Stefano Picchi e Giovanni Caccamo, con le testimonianze di pace di giovani dell’Ucraina e della Terra Santa, con la lettura di testimonianze di soci di Ac che hanno partecipato alla Resistenza e alla nascita della Repubblica e ascoltato le esperienze di cura del Creato da giovani delle Marche e dell’Emilia Romagna, vittime delle alluvioni del 2022 e del 2023.

Non poteva mancare l’inno della giornata “A Braccia Aperte” di Emanuele Fossi che ci ha accompagnato durante la giornata e continuerà a farlo.

Quello del 25 aprile è stato un grande evento, frutto di una grande organizzazione che ha coinvolto tutti i livelli della nostra associazione. Sono stati mesi e giorni impegnativi, per far sì che tutto andasse per il meglio.

Sette i pullman partiti, la sera prima, dalla nostra diocesi, 400 i partecipanti.

Non vivevamo un momento così importante da sette anni, quando festeggiammo i 150 anni dell’Azione Cattolica, in mezzo la pandemia. Avevamo bisogno tutti di ripartire con un grande abbraccio.

Grazie agli AmiCi del gruppo “referenti bus” per il sostegno reciproco, ai responsabili dei gruppi parrocchiali che per primi hanno coinvolto le loro realtà associative.

Grazie ai volontari che sono partiti da Taranto: Adriana, Alessia, Francesca, Guglielmo e Rosa, che si sono resi disponibili affinchè tutto procedesse senza intoppi, affiancandosi a tutti gli altri provenienti da tutta la penisola.

Concludo questo “resoconto” con le parole delle nostre due amiche che si sono messe a servizio di tutti noi.

“Questa era la mia prima esperienza come volontaria al servizio di un evento A.C.; sono stati due giorni belli intensi: dopo averci suddivisi nei vari team e aver spiegato i vari compiti, sveglia alle 3 per iniziare la giornata! È stato bellissimo vedere quante persone arrivassero, gruppi numerosissimi e di qualsiasi età. C’è stata tanta collaborazione tra noi per aiutarci a vicenda nel gestire tutto al meglio, e questo mi ha sostenuta nell’arco della giornata aiutandomi ad essere serena e a godermi ogni momento.
Sicuramente non abbiamo potuto vivere appieno la festa in piazza, ma l’esperienza da volontaria mi ha arricchita in modo differente, cambiare il punto di vista di esperienze che ho sempre vissuto da ‘ospite’ è emozionante, fa riflettere su quanto impegno ci sia dietro ogni cosa”. (Alessia Rodio – San Francesco D’Assisi, Crispiano)

“Essere discepolo significa avere la disposizione permanente di portare agli altri l’amore di Gesù e questo avviene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro, in una strada. Dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco (127)
E’ la preghiera con cui i noi volontari abbiamo dato inizio ad una grande avventura.
Eravamo circa 150 accomunati da un unico intento: permettere che ciascuno potesse partecipare all’evento pienamente e in modo gioioso.
Accogliere i gruppi ai parcheggi, gestire i flussi alle banchine delle metro, indirizzarli verso la destinazione con info e consigli.
Essere operativa e attiva dalle 04.00 alle 15.00, è stato fisicamente stanchevole ma totalmente appagante. Anche se non sono riuscita a vedere il Papa! Peccato, eh sì, ma era una probabilità che avevo messo in conto. Ma il Papa mi ha comunque toccato il cuore ed emozionata. In famiglia ci si aiuta, e nella grande famiglia di AC era questo il mio compito. Alla prossima!” (Rosa Marinò – Madonna del Rosario, Statte).

E quindi… Un abbraccio a braccia aperte per raggiungere tutti.
Mariangela Di Geronimo

Tocca a Te! – Incontro formativo per educatori e responsabili associativi

a cura di Rosella Tegas, consigliera diocesana

Si è svolto in data 30 settembre il primo degli incontri organizzato dall’equipe diocesana Acr, che ha sancito l’inizio del nuovo anno associativo.

Protagonisti questa volta però non sono stati i più piccoli, ma i loro educatori e responsabili, chiamati a vivere un breve pomeriggio di meditazione e riflessione personale, nella splendida cornice di San Michele in Triglie, perla naturale nascosta tra i comuni di Statte e Crispiano.

Questa è casa Tua! Eccolo il tema dell’anno della sequela, che ci spinge a cercare la radice del nostro essere cristiani, riscoprendo l’incontro con Gesù che cambia la vita, anche attraverso il confronto con le persone.

Irrompente è la domanda di fondo “Tocca a me?” che chiama educatori e ragazzi a mettersi in gioco, ad assumersi responsabilità, ad essere promotori di accoglienza, a raccontare quel che sembra importante condividere, a riscoprirsi fragili, a lasciarsi toccare il cuore da Dio.

Proprio a partire da questa domanda, accompagnati dalla lettura del brano del Vangelo dei discepoli di Emmaus e dalla riflessione fatta dall’assistente Don Luciano Matichecchia, più di ottanta tra responsabili, educatori e collaboratori Acr provenienti dalle diverse parrocchie della diocesi, hanno accolto l’invito loro rivolto da tutta l’equipe diocesana.

Il percorso di meditazione proposto è stato articolato in tre step: la cura di sé, la cura degli altri, la cura del creato, quest’ultimo inteso in senso più ampio, ovvero anche come insieme di luoghi abitati nel quotidiano.

E così, nel paesaggio di impareggiabile bellezza della gravina di Triglie, partendo dalla cappella dedicata a S. Michele e passeggiando tra le pozzelle dell’Acquedotto romano del Triglio e la cripta di San Giuliano, i partecipanti all’evento, hanno scavato in profondità nella propria fede, facendo memoria del giorno del loro primo incontro con Cristo, per potersi interrogare su quanto la propria vita quotidiana sia ancora aderente a Lui, e quanto il servizio prestato sia autentico e ricco di gesti concreti di cura e di attenzione verso gli altri e verso i luoghi da loro abitati.

Qualcuno ha scelto di vivere un momento di riflessione individuale, altri hanno optato per il confronto a coppia, altri ancora per la condivisione di gruppo.

Durante la riflessione, agli educatori è stato anche richiesto di aver cura della riserva naturale e del luogo di ospitalità, e così ciascuno, armato di guanti e sacchi, ha provveduto a raccogliere i rifiuti incontrati durante il cammino.

Al termine del momento di riflessione, a ciascuna parrocchia è stato chiesto di identificare e condividere un attuale bisogno delle loro realtà, e di assumersi un impegno concreto nei confronti dei luoghi abitati e dei ragazzi loro affidati.

Bisogni ed impegni sono stati raccolti su dei cartelloni, divenendo così elementi preziosi da cui partire nella definizione degli obiettivi e risultati del nuovo anno associativo che ci vede tutti impegnati nell’importante tappa del rinnovo dei consigli parrocchiali e diocesano. Di seguito i bisogni emersi:

– incontri di formazione “brevi”

– Testimonianze forti che rendano viva la Parola di Dio.

– incontri specifici per parlare di adesione ai ragazzi e ai bambini

– incontri spirituali x educatori

– feste diocesane che tocchino i territori più lontani dalla città.

– una proposta per presentare il cammino dell’acr alle famiglie 

– un aiuto per organizzare i gruppi.

– maggiore vicinanza fisica.

– più incontri all’aperto.

– più presenza dell’assistente.

– maggior dialogo tra assistenti Ac e parroci.

– più dialogo tra parrocchie vicine.

– più attenzione ai vari territori parrocchiali (vicarie).

E la carta degli impegni che ne è venuta fuori:

– ci impegniamo a portare il nostro entusiasmo in parrocchia

– ci impegniamo ad una maggiore partecipazione agli appuntamenti diocesani

– ci impegniamo a realizzare incontri x educatori in parrocchia che siano formativi e di confronto, non solo organizzativi.

– ci impegniamo ad “essere faro” con i nostri percorsi formativi

– ci impegniamo all’inclusione (che nessuno sia escluso nelle nostre proposte).

– ci impegniamo all’ascolto fraterno

– ci impegniamo ad essere ponte tra la parrocchia e la diocesi e viceversa.

– ci impegniamo ad essere ospitali

Ed allora non resta che dire “Tocca a noi” cimentarci in questa nuova avventura, fatta di difficoltà e necessità, ma anche di bellezze che costituiscono dono per tutti, a misura di ciascuno!

Buon inizio di anno associativo!

Passare per Crescere

Riti di Passaggio nella Vita dei Ragazzi

a cura di Cinzia Scatigna, Sara Panarelli, Francesca Mesto (Parrocchia Maria SS. Immacolata – S. Giorgio J.), Michele Vitale (Parrocchia S. Vito Martire – S.Vito)

Nel weekend, dal 9 all’11 dicembre, a Sacrofano (Roma), si è tenuto il convegno nazionale degli educatori dell’ACR, che ha riunito più di 500 partecipanti da tutta Italia.

In questo convegno, come citato dal titolo, gli argomenti trattati sono stati i passaggi evolutivi dei ragazzi.

Ha dato il via al convegno Mons. Gualtiero Sigismondi, assistente unitario, che durante la celebrazione di accoglienza ci ha consegnato queste sue riflessioni:

“Passare voce del verbo lasciare, lasciare infinito del verbo crescere” e ancora “Cresce solo chi impara a lasciare, soprattutto chi si allena ogni giorno a lasciare se stesso, perché lasciare se stessi è una disciplina che dura tutta la vita”.

Mons. Gualtiero Sigismondi e Don Francesco Marrapodi

La prima relazione del convegno è stata con il formatore Ignazio Punzi che ci ha aiutato a capire come comportarci con chi sta affrontando dei passaggi, che possono comportare paure e fragilità. Non c’è passaggio che avviene senza paura e con la condizione di una vita nuova. Nella Bibbia viene riportato 365 volte la frase “non abbiate paura”, detta da Gesù stesso. “La paura va abitata. Alla paura va data parola perché ci spiega dove ci troviamo. Ma senza mai soccombere ad essa”.

Ma gli educatori come devono comportarsi? Essi, nel loro piccolo, devono accompagnare il ragazzo facendolo sentire al sicuro e incoraggiandolo a partire, in quanto per il ragazzo e, in particolare, per il bambino “il volto dell’altro è figura del mondo”

L’intensa giornata che ci si prospettava sabato è iniziata con la celebrazione Eucaristica nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, presieduta dal Cardinale Angelo De Donatis. Nella sua omelia ha ripreso i concetti già espressi da Punzi invitandoci ad essere “educatori profeti, innamorati di Dio e dei fratelli più piccoli”. Soffermandosi anche sul fatto che ogni passaggio non è un realizzare se stessi, ma la gratuità, facendo di questa garanzia della crescita dei ragazzi che ci sono affidati.

Si sono poi tenuti alla Pontificia Università Lateranense tre miniconvegni differenti, che trattavano le dimensioni del “CRESCERE, INSIEME e CREDERE”. I tre seminari trattavano dei passaggi evolutivi, studiati e raccontati da tre punti di vista differenti, dove sono stati messi in evidenza la capacità dell’educatore di riconoscere i propri sogni, responsabilità ed errori, l’importanza della comunità nei passaggi e di come le etichette possano bloccare i processi, e che l’Azione Cattolica è un luogo in cui il Vangelo di nuovo accade, che si fa storia.

Nel pomeriggio vi è stata la visita alla tomba di Nennolina, presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, con un piccolo momento di preghiera.

Dopodiché un intero pomeriggio alla scoperta di “storie di passaggio” attraverso un itinerario culturale, un viaggio a tappe tra le bellissime vie di Roma, ricca di scorci suggestivi e luoghi pieni di storia.

Il convegno si è concluso con un laboratorio: gli educatori hanno creato degli striscioni di incoraggiamento per i ragazzi, legati all’iniziativa annuale, per far capire che tutti loro sono una squadra. Grazie a questo convegno anche gli educatori hanno vissuto dei passaggi essendo però in grado di comprenderli. E’ per questo che essi vanno via con una consapevolezza e un compito in più: diventare quell’educatore di cui il ragazzo ha bisogno nei momenti più importanti della sua vita, “non come compagni di giochi ma come fratello maggiore, che ha abitato e superato prima di lui questi passaggi”.

Ritorniamo a casa colmi di gratitudine verso i nostri Presidenti parrocchiali e il Centro Diocesano che hanno permesso di farci vivere questa esperienza.

“Proviamo a fare così anche noi con quello che viviamo, che impariamo, che sperimentiamo. Mettiamo via, facciamo provviste di esperienze, di incontri, di relazioni significative, di piccole e grandi conquiste, di storie avvincenti e scoperte sorprendenti. Non sappiamo bene quando e come ci potranno aiutare ad accompagnare i ragazzi in quei momenti inediti e sconvolgenti che sono i passaggi di vita, ma sapremo di camminare insieme a loro per loro per fare sì, davvero, che passare voglia dire crescere.”

[Annamaria Bongio, responsabile nazionale ACR, con il prezioso contributo di Maurizio Tibaldi, viceresponsabile nazionale ACR]

Bella Bro! Al Passo con i preadolescenti.

a cura di Daniele Panarelli, Mariangela Di Geronimo e Tecla Zani

Sulla via del rientro, dopo un fine settimana così intenso, sono tante le emozioni che ci portiamo dietro. Bella Bro! non è solo un titolo o un modo di dire che i preadolescenti usano nel loro “slang” ma è uno stile di vita che, nel seminario appena concluso, noi Educatori abbiamo cercato di capire e fare nostro per poter essere significativamente vicini ai ragazzi di questa delicatissima fascia di età.

Il contesto è stato quello della Domus Mariae in Roma, casa storica dell’Azione Cattolica, ma la veste, colorata di arancione, ci ha inserito in una dimensione che viviamo nei gruppi ma che non sempre comprendiamo a pieno. Le date di sabato 19 e domenica 20 marzo, forse per caso o per scelta felice, combaciano con la festa di San Giuseppe che con la sua vita ha testimoniato la comprensione piena e la fiducia incalcolata per un figlio che è stato anch’egli adolescente. Ma la vera ricchezza è stata la presenza di una foltissimo numero di Educatori della fascia 12/14 che con la loro contagiosa euforia hanno reso questo seminario un momento di vera e pura gioia.

Svariati sono stati i temi trattati ma tutti focalizzati su questa importante età della crescita dei ragazzi. Abbiamo analizzato a tutto tondo le loro fragilità e i loro punti di forza sia dal punto di vista psicologico che da quello pastorale.

Di grande impatto, il primo giorno, è stata la relazione della Prof.ssa Alessandra Augelli, docente di Pedagogia sociale e interculturale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, attraverso la quale siamo entrati nel mondo di chi adolescente lo è diventato nel periodo della pandemia ma con la visione di come poter affrontare questa età nel futuro.

Sempre il sabato grazie al Prof. Zbginiew Formella, Docente di Psicologia dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana e Assistente Ecclesiastico Generale dell’Associazione Italiana Guide e Scouts di Europa Cattolici, abbiamo potuto ragionare su cosa significhi osservare un ragazzo per poterlo conoscere e diventarne prossimo, su quale sia l’importanza di coinvolgerlo, di ascoltarlo e comprenderlo senza giudizio o valutazione alcuna e senza risposte preimpostate dagli adulti. La giornata è poi proseguita con due interessantissimi laboratori che hanno permesso ai partecipanti di vivere l’esperienza della inclusività e della lettura. Il primo grazie alla Banda Rulli Frulli di Finale Emilia (MO), associazione musicale nata per l’inclusione di ragazzi senza distinzione di genere, provenienza e abilità che attraverso la musica di insieme e attraverso la costruzione di strumenti fatti con materiali di scarto, gli permette di provare l’esperienza significativa della condivisione. Con il secondo invece abbiamo scoperto la potenza delle parole attraverso la letteratura. Attraverso la lettura di un libro Matteo Sabato e Stefania Spagnolo, dell’associazione “Ventitre10” di Salice Salentino (LE), ci hanno posto una importante riflessione su come utilizzare i nuovi linguaggi per sostenere i ragazzi nel loro cammino di vita e fede lavorando sulle possibilità che la letteratura offre alla vita dei preadolescenti e su come sia possibile “sostenere un percorso di ricerca e di scoperta di se e dell’altro/Altro grazie ai libri e alle storie“.

Di spessore la tavola rotonda del secondo giorno con Melania Cimmino e Titti Falcone coordinatrici degli itinerari formativi dell’ACR, Lorenzo Zardi Vicepresidente nazionale per il settore Giovani di AC, e Don Michele Birardi Direttore della Pastorale Giovanile di Bari-Bitonto, nella quale sono state sviscerate tutte le occasioni per rendere i ragazzi protagonisti. Proprio di Don Michele ci piace sottolineare lo stimolo ricevuto a considerare gli adolescenti come una preziosa risorsa per le nostre comunità “soprattutto perchè hanno dentro il desiderio della vita” ed anche l’importanza dell’accompagnamento ad un Vangelo su misura di uomo e, proprio come in questo caso, a misura di adolescente perchè fatto per la vita, affinche ognuno di loro possa essere in grado di realizzare se stesso.

Filo rosso che ha legato tutti i momenti del seminario è stata la preghiera pensata e animata con cura dall’Assistente Centrale dell’ACR Don Francesco Marrapodi che non ha mancato di rivolgere un pensiero particolare sulla richiesta di Pace che alberga in ognuno di noi.

Stanchi ma rigenerati nell’animo e nello Spirito si torna verso le nostre comunità con la consapevolezza che “un buon Educatore è colui che non costringe ma libera, non trascina ma innalza, non comprime ma forma, non impone ma insegna, non esige ma domanda e passerà insieme ai ragazzi molti momenti esaltanti.” (J. Korczak).

“Segui il Filo!” – Ritiro di Quaresima per gli Educatori ACR

a cura di Daniele Panarelli – responsabile ACR, parrocchia Maria SS. Immacolata di S. Giorgio Jonico

Domenica 6 marzo 2022, presso la parrocchia San Pasquale Baylon in Taranto, si è svolto il ritiro diocesano di Quaresima per gli educatori di Azione Cattolica dei Ragazzi. In questo momento storico di vera ripartenza, dopo il fisiologico momento di stallo dovuto alla pandemia, un numeroso gruppo di educatori, guidati dall’assistente diocesano di ACR Don Luciano Matichecchia, ha potuto riflettere sul tema della Quaresima. Ognuno è stato invitato a vivere questo tempo come un’opportunità d’incontro con Gesù abitando il proprio deserto esattamente come Lui ci ha insegnato “senza fuggirlo”!

Profondi e significativi sono stati i momenti di condivisione tra gli educatori che, durante l’intera mattinata, hanno raccontato i propri deserti e i propri silenzi, di come si sono svuotati del proprio io per donarlo ai ragazzi e soprattutto delle personali fragilità e delle motivazioni che ancora li spingono a prestare il proprio servizio educativo.

Tutto quanto seguendo il filo conduttore dell’iniziativa annuale “Su misura per te” infatti, dopo uno spensierato momento del pranzo, i presenti hanno fortemente voluto fare una verifica sul periodo appena trascorso e su come poter continuare a condurre l’associazione sapendo leggere la condizione attuale dei ragazzi così da poter far vivere un’ACR proprio su misura per loro.

Al termine della giornata è stato organizzato anche un bellissimo laboratorio di recupero creativo grazie a due splendide ragazze, Rosanna e Roberta, che lo scorso dicembre hanno inaugurato il “Laboratorio Natà” che, oltre al rispetto dell’ambiente applicando il principio delle 3 R – Ridurre, Riutilizzare e Riciclare, permette l’integrazione di tanti giovani e adulti tarantini realizzando prodotti unici e solidali. Lavori che poi vengono esposti presso la Bottega della Carità presso la casa di Sant’Egidio in Taranto vecchia e il cui ricavato viene completamente donato all’Associazione Contatto APS della chiesa di San Pasquale che, con il suo contributo permette ai giovani della nostra città di proseguire gli studi e realizzare i propri sogni.

Tuttavia il momento apicale della giornata è stato indubbiamente la celebrazione dell’Eucarestia nella quale, oltre a richiamare i punti fondamentali del ritiro, Don Luciano Matichecchia ha rivolto in intenso pensiero, da tutti condiviso, sulla drammatica situazione di conflitto che i nostri fratelli dell’Est stanno vivendo in questo periodo storico e in particolar modo sul dolore e il terrore che i ragazzi dell’Ucraina porteranno nei loro occhi per tutta la vita.

MAGNIFICATI DA TE!

A cura di Lucia Guglielmini – responsabile ACR, parrocchia San Vito (TA)

Domenica 5 dicembre 2021, seconda domenica di Avvento, Ritiro Spirituale Diocesano per I ragazzi dell’ACR.
“Magnificati da te!”

Di seguito le parole di un educatore che ha partecipato al ritiro…

È stata una giornata intensa ma speciale quella che abbiamo passato oggi con i 12/14 della nostra diocesi. Una di quelle per cui torni a casa col cuore pieno di gioia e la voglia di dire GRAZIE.

Legati dal filo rosso che unisce i nostri cuori ci siamo incontrati a Statte nella parrocchia S. Girolamo Emiliani nella prima mattinata.

Una serie di fili colorati che si intrecciano, occhi che si incontrano, vite che si raccontano, sconosciuti che si scoprono e, sotto un cielo grigio, condividono il loro colore.

Tra l’imbarazzo, la curiosità e la voglia di stare insieme, abbiamo iniziato con un semplice gioco di conoscenza.
Sono bastati 60 secondi, il tempo di uno SPEED LOOK (sguardo veloce) , per scoprirci diversi nei nostri pregi e difetti, nei gusti musicali, ognuno però a suo modo speciale. Soli 60 secondi per legare le nostre vite e sentirci in sintonia.

Punto di riferimento della nostra giornata, del DEEP LOOK (sguardo profondo), è stata Maria: è attraverso lei che Dio ha deciso di compiere il suo progetto più grande. Un progetto che la Madonna ha custodito con immenso amore nel suo grembo, fino a quando si è compiuto. Due momenti scanditi da due significativi mosaici di Rubnik.

Così come per la Madonna, anche per noi Dio ha un gran progetto. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Ci siamo presi del tempo per sbrogliare la matassa del nostro cuore, per sciogliere i piccoli nodi del nostro cammino e segnare i momenti in cui ci siamo sentiti davvero felici.

Dalla condivisione delle nostre gioie abbiamo cucito il nostro Magnificat: un ringraziamento a Dio per le grandi cose che ha operato per noi nella nostra vita, perchè dire grazie è un pò come sottolineare la gioia e dire che è stata davvero importante.

Dopo un pranzo in compagnia, e del tempo libero, nel pomeriggio abbiamo incontrato un testimone prezioso: Suor Pierenza Mellone. Il racconto della sua vita, le sue gioie e i suoi nodi da sciogliere prima di dire SÌ al grande progetto che Dio aveva seminato in lei da sempre, è stato un grande dono!

La sua gioia traspare nel suo sorriso pieno di luce.

Quel sorriso, quella gioia che Dio vuole anche per noi. Ce lo ricorda nel vangelo della messa con cui abbiamo concluso la nostra giornata.

Ci siamo regalati un tempo prezioso ed è stato bello rincontrarsi dopo averlo sognato per due anni! Tra un po’ (tanto) di igienizzante e le mascherine ci siamo toccati i cuori.

Un ringraziamento va all’equipe diocesana che ha pensato e studiato per noi e per i nostri ragazzi questo momento. A don Luciano per averci accompagnati e guidati per tutta la giornata. A suor Pierenza per la sua testimonianza di vita. Agli educatori che hanno accompagnato i ragazzi e con gioia si sono messi in gioco. Alla parrocchia S. Girolamo Emiliani che ci ha ospitati.

Ai ragazzi che hanno partecipato, per averci fatto dono del loro tempo e per aver condiviso la loro ricchezza. Alle loro famiglie per la fiducia.
L’AC è una bella famiglia!

La realtà..in prima pagina!

A cura di Mariangela Di Geronimo – Viceresponsabile ACR

Segui la notizia!è stato lo slogan che ci ha accompagnato durante questo anno associativo. Viviamo in un’epoca dove siamo “bombardati” da tante e varie notizie che arrivano da più canali, in questo contesto diventa importante distinguere le vere dalle false notizie e come queste vengono raccontate. Fondamentale mettersi a servizio della verità e a ricercare le belle notizie che aiutano l’umanità a crescere. Il cammino ACR di quest’anno ha aiutato i bambini e i ragazzi a farsi ultimi, a testimoniare al mondo una vita in pienezza nel Vangelo e per fare questo sono entrati nella redazione di un giornale.

L’obiettivo di ogni giornalista è quello di mettere a servizio le proprie capacità per far circolare le notizie; egli trascrive le vicende e descrive ciò che accade nel mondo, suscitando nei lettori curiosità e interesse ad approfondire la notizia per sviluppare un proprio pensiero.
Tante sono state le “redazioni parrocchiali” che nella nostra diocesi, in questi mesi hanno lavorato per raccontare la realtà del loro territorio con video-interviste, spot e TG parrocchiali.

In questo contesto, dopo lo “stop” dello scorso anno siamo tornati, in modo differente, a vivere il Mese degli Incontri e le festa. Come equipe diocesana ACR abbiamo indetto e dato avvio al Concorso Giornalistico “Odoardo Focherini”, dal titolo: “La Realtà in Prima Pagina”. Abbiamo chiesto alle “redazioni parrocchiali” dell’ACR di inviarci le loro “Prima Pagine Parrocchiali”, una prima pagina di un giornale con fatti, storie, luoghi a testimonianza che tutta la comunità ha un valore, mettendo in luce ciò che di bello e buono hanno scoperto aiutando le persone a non vedere semplicemente ciò che non va ma a dare eco alle notizie positive.

Al concorso hanno partecipato 7 redazioni parrocchiali con 9 lavori:
Sacro Cuore di Statte, Maria SS. Immacolata di San Giorgio J., Cristo Re di Martina Franca, Gesù Divin Lavoratore e Gran madre di Dio di Taranto, Santuario N.S. di Fatima di Talsano e Santa Maria la Nova di Pulsano.

Tutti i lavori sono stati valutati da una giuria di professionisti, che ringraziamo di cuore, per aver messo a servizio dei ragazzi la loro professionalità e la loro competenza e per il tempo che ci hanno dedicato.
Nello specifico ringraziamo:

• Angelo Diofano del Corriere di Taranto;
• Ottavio Cristofaro di Nuovo Dialogo;
• Maristella Massari de La Gazzetta del Mezzogiorno.it;
• Marina Luzzi di Avvenire;
• giornalista ed avvocato Gianmichele Pavone, membro del consiglio nazionale del MEIC Movimento ecclesiale di impegno culturale;
• Don Giuseppe C. Zito (già assistente unitario diocesano), per essere sempre vicino all’Ac con grande affetto.
Ogni giornalista ci ha fornito una classifica (prime tre migliori prime pagine) e delle motivazioni. Ogni posto in classifica, un punteggio. La miglior prima pagina premiata quella che ha ricevuto il punteggio maggiore.

Prima di arrivare alla classifica, di seguito, diamo voce ai nostri giurati.

Hanno detto di noi

Sacro Cuore di Statte: “ Le prime pagine de Il corriere dei piccoli acr e Il giornale della pace attirano divertono per la capacità dei redattori di presentare, in modo fantasioso e ricco di colori, il mondo delle speranze e dei propositi tipico dell’età, ben valorizzando lo scopo e il messaggio dell’Acr”.

“L’elaborato evidenzia le competenze e la sensibilità dei piccoli componenti della redazione, i quali si sono occupati dei contenuti con tecniche espressive diverse, comunicando efficacemente sia con i testi che con i disegni”.

Maria SS. Immacolata di San Giorgio J:L’elaborato appare ben strutturato e lineare nella veste grafica. I giovani giornalisti si sono cimentati nella redazione di articoli aventi ad oggetto temi di attualità e riflessioni importanti con competenza e capacità coerenti con la loro età”.

Cristo Re di Martina Franca: “La fotonotizia in copertina molto funzionale. La presenza di un editoriale che parte dalla prima pagina servirà a rendere perfetto questo giornale parrocchiale”.

Gesù Divin Lavoratore di Taranto: “La struttura a tre colonne, lo spazio riservato alle foto e lo stile grafico rendono questa prima pagina perfetta. La qualità dei contenuti fanno il resto”.

Gran Madre di Dio di Taranto: “Stile grafico funzionale e buona qualità di contenuti. Il salto di qualità si riuscirà ad ottenere con un maggior respiro alle foto.
L’utilizzo dei colori vivacizza la lettura di contenuti ben bilanciati che spaziano dai temi etici alla cronaca delle iniziative organizzate lungo il camino associativo”.

Santuario N.S. Di Fatima di Talsano: “Molto apprezzato il pezzo sul covid. Bella l’impaginazione e l’attenersi al colore di fondo tipico del mese mariano”.

Santa Maria la Nova di Pulsano: “Grande la fantasia espressa per Il Coloretto, nell’originalità del racconto dell’arcobaleno (uno spasso) e nella capacità di sintetizzare una storia in foto. Pieno di entusiasmo il messaggio di speranza”.

Di seguito potrete visionare le Prime Pagine che hanno partecipato al concorso….

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Dopo aver letto i commenti siete ansiosi di sapere chi ha vinto? Non è ancora giunto il momento 😉
Conosciamo il nostro nuovo amico?
Un po’ di storia
Ma chi era Odoardo Focherini? Odoardo nasce nel 1907 in provincia di Modena. Cresce e si impegna in varie associazioni, in particolare nell’Azione Cattolica di cui diviene anche Presidente diocesano.

Nel 1924, a soli 17 anni, fonda l’Aspirante . Si tratta della prima testata cattolica in Italia dedicata espressamente ai ragazzi che nel 1928, grazie alla Pia Società San Paolo, diventerà giornale nazionale.
Nel 1930 sposa Maria Marchesi con la quale fra il 1931 e il 1943 avrà sette figli.

Nel 1942 inizia l’attività a favore degli ebrei che si intensifica ulteriormente dopo l’8 settembre 1943. “Una casa e il pane noi ce l’ho abbiamo, loro no”, con queste parole la moglie Maria diede il suo consenso ed appoggio alla scelta del marito di salvare gli ebrei perseguitati dalla deportazione grazie ad una fitta rete di contatti al fine di farli scappare in Svizzera clandestinamente. In pochi mesi Focherini ne salverà oltre un centinaio. L’11 marzo 1944 viene arrestato mentre cerca di organizzare la fuga di Enrico Donati, ultimo ebreo che riesce a far fuggire. Viene recluso in carcere. Interrogato, senza alcun processo, viene trasferito in vari campi di concentramento fino alla deportazione in Germania. Muore il 27 dicembre 1944 a causa di una setticemia per una ferita non curata alla gamba.

Sono diversi i riconoscimenti dedicati alla memoria di Odoardo Focherini.
Nel 1996 ha inizio il processo di beatificazione che si è concluso il 15 giugno 2013 in Piazza Martiri a Carpi, con la cerimonia ufficiale della Beatificazione presieduta dal Card. Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi.

Ci siamo!

Domenica 27 giugno nella parrocchia San Girolamo Emiliani di Statte è avvenuta la premiazione della Prima Pagina Parrocchiale vincitrice del nostro concorso.
Presenti le parrocchie partecipanti, dopo un breve momento di preghiera e riflessione del nostro assistente Acr, sono state presentate le prime pagine con le testimonianze dei bambini, ragazzi ed educatori che hanno contribuito alla realizzazione delle stesse. A tutte le parrocchie partecipanti sono stati consegnati gli attestati di partecipazione, il giornale diocesano – formato da tutte le prime pagine – ed un libricino sulla vita del Beato Odoardo Focherini. Ai ragazzi presenti, il taccuino del perfetto giornalista.

Oltre alla vincitrice altre due parrocchie hanno ricevuto la targa, in ricordo del concorso.

Dopo conteggio dei punti abbiamo, al secondo posto, a pari punti le redazioni parrocchiali del Sacro Cuore di Statte e di Maria SS. Immacolata di San Giorgio J.
La redazione vincitrice del concorso la parrocchia Gran Madre di Dio di Taranto!
Alla vincitrice è stato consegnato un premio in denaro del valore di 100 euro che sarà utilizzato per il sostegno delle attività estive della parrocchia.

Anche se con un piccola rappresentanza, è stato bello ritrovarsi, dopo oltre un anno anche con i bambini ed i ragazzi, un piccolo passo verso la normalità.

I ragazzi dell’ACR alla XVII Assemblea Nazionale di Azione Cattolica

A cura di Tecla Zani – Responsabile ACR

In 700 delegati, da tutta Italia, ci siamo ritrovati a discutere del futuro dell’AC e a rinnovare il Consiglio Nazionale. Abbiamo approvato il documento assembleare, sei capitoli con circa 50 emendamenti da votare, tanti occhi stanchi, tante voci da ascoltare, in una stanza che però mi ha sempre vista da sola. Chi l’avrebbe mai pensato di incontrare tante persone senza muovermi da casa. Quasi alla fine di questo lungo pomeriggio, arrivano loro: i ragazzi!

Sembra che una strana medicina abbia risvegliato i delegati, anche quelli che ormai non davano più segni di vita.
I ragazzi! Ma che bello! Quanta gioia! Meno male che ci sono loro, un po’ di colore ci voleva…

E mentre noi guardiamo lo schermo e sprechiamo zuccherosi commenti, i ragazzi ci parlano. Vogliono tornare a riempire i luoghi, vogliono tornare a stringere relazioni. Ci chiedono coraggio, quello che a loro non è mai mancato, ma a noi forse sì.

“Aiutateci a riabitare i nostri luoghi: la scuola, la parrocchia, la città.”

L’emendamento passa con il massimo dei voti. I ragazzi sono davvero missionari della gentilezza. Nel nuovo documento assembleare al capitolo 5 “Per una rinnovata vocazione educativa”, al paragrafo 7 troviamo: “(…) un protagonismo per essere autentico ha bisogno di adulti e giovani (…) che siano in grado di ascoltare e non solo di parlare, di accogliere istanze oltre che di proporre soluzioni, di essere compagni di strada.”

È tempo di dare ai ragazzi il loro posto nell’associazione, che non siano un cornice colorata nei nostri eventi, è tempo di dare spazio alle loro idee e alla loro voce. È tempo!
Per la nostra Diocesi a partecipare ai lavori regionali sono stati Sofia Mancini della Parrocchia Santi Medici in Taranto e Gabriele Gentile della Parrocchia Sant’Antonio in Taranto.

Sofia ci scrive: “Da qualche anno faccio parte della consulta diocesana di ACR, un’esperienza fantastica, perché ho avuto la possibilità di essere partecipe a scelte e ad esperienze di vita molto belle. Nel 2018 ho partecipato al Sinodo dei Ragazzi – LIGHT UP – a Roma, mi sono sentita veramente a casa, perché non c’erano differenze, eravamo tutti felici. Possiamo definirci protagonisti solo se ascoltati, soprattutto in questo periodo storico della nostra vita. Mi mancano tanto gli incontri della consulta e dell’ACR, non vedo l’ora che questo brutto periodo finisca per tornare ad essere felice. Grazie ACR per esserci sempre stata per me.”

Allora prendiamo in mano il nostro coraggio; coraggio educatori!

“Il coraggio di inoltrarci in percorsi inesplorati,
per lasciarci convertire dalla realtà che vogliamo servire”

dal discorso di Matteo Truffelli all’Assemblea Nazionale.

Rendiamo autentica la nostra ACR, l’Azione Cattolica dei ragazzi, fatta da e per i ragazzi.

LA PACE FA NOTIZIA!

A cura di Mariangela Di Geronimo – Viceresponsabile ACR

Poco più di un anno fa eravamo tutti insieme nel palazzetto dello sport di San Giorgio Jonico, lì abbiamo pregato, giocato, cantato..quest’anno,  a causa dell’emergenza sanitaria, non ci è stato possibile organizzare nulla a cui eravamo, da anni, abituati a fare “insieme”…ma non ci siamo abbattuti!

Il nostro percorso è partito dal massaggio di Papa Francesco per la 54a Giornata Mondiale per la Pace: “La cultura della cura come percorso di pace”.

Come Azione Cattolica siamo stati chiamati ad impegnarci, a fare comunità anche se, non abbiamo avuto e abbiamo, la possibilità di incontrarci fisicamente e vivere gli spazi e ambienti abituali. Di contro questa situazione rischia di allontanarci e ci fa perdere di vista chi abbiamo dall’altra parte. E’ molto importante non dimenticare nessuno, non lasciare indietro nessuno, perchè “quando non incontriamo le persone rischiamo di dimenticarle” Per questo abbiamo cercato di farci prossimi a coloro che avevano più bisogno di aiuto.

Quello di quest’anno, 2021, è stato il “Mese della Pace” più lungo della storia dell’ACR.

Per quanto riguarda le attività alcuni ragazzi e bambini della nostra diocesi mettendo in atto lo slogan di quest’anno associativo, “Segui la Notizia”, hanno effettuato interviste, scritto articoli, insomma si sono trasformati in giornalisti e videoreporter. Alcuni di loro sono diventati i protagonisti del TG Ragazzi – Pace Edition andato in onda sui nostri canali social.

In questo periodo di “distanziamento sociale”, i social e la tecnologia sono stati e  sono tuttora il nostro miglior alleato, incontri formativi e organizzativi, momenti di preghiera e di  riflessione. Sempre il messaggio per la pace del Papa è stato il filo conduttore che ha ispirato il nostro assistente diocesano ACR, don Luciano Matichecchia per un momento di preghiera e riflessione, “Il Mondo che Vorrei”, rivolto ai più piccoli ma molto sentito anche dai più grandi, incentrato su sette parole: CRISI, FRATERNITA’, SOLIDARIETA’, COMUNIONE, “NOI”, VICINANZA e PACE. Ogni riflessione, anticipata da un breve video, amici di AC hanno, in segno di vicinanza, acceso una candela, nei luoghi di vita quotidiana. Abbiamo raggiunto e rappresentato la scuola, la famiglia, la casa di riposo, il centro diurno per diversabili, una scuola di danza ormai chiusa al pubblico a causa dell’emergenza, i ragazzi del Seminario Minore e tutti i bambini dell’ACR della nostra diocesi.

Per quanto riguarda l’iniziativa di pace, quest’anno si è divisa in due momenti e luoghi differenti. La prima ha riguardato l’Italia intera, la seconda un’iniziativa locale, come AC diocesana abbiamo deciso di sostenere una realtà locale.

Ad unire queste due inizative ci ha pensato “ETTA”, un piccolo nido per uccellini a forma di casetta che è anche e soprattuto un salvadanaio.

Come associazione diocesana e attraverso le associazioni parrocchiali abbiamo acquistato 140 casette e per l’occasione l’equipe diocesana del’ACR si è occupata della distribuzione delle casette sul territorio. Con “Etta – la casetta” abbiamo contribuito a sostenere la rete di aiuto per l’emergenza sanitaria che “Terre des Hommes” ha avviato in diversi paesi già da marzo 2020 per soccorrere, in Italia e nel mondo, centinaia di migliaia di famiglie con aiuti alimentari, sostegno al reddito, distribuzioni di kit igienici e prodotti per la sanificazione, ma anche sostegno psicologico e supporto genitoriale. Mentre per i bambini sono stati avviati programmi di didattica a distanza e attività ludico-sportive online, comprensivi della distribuzione di tablet e implementazione di connessioni internet.

Ma ora veniamo all’iniziativa locale… come AC abbiamo deciso di sponsorizzare il progetto “La scuola in ospedale” dell’associazione S.I.M.BA., avviando una raccolta fondi per acquistare materiale di consumo scolastico, da donare all’ospedale SS.Annunziata di Taranto, per i ragazzi ed i bambini ricoverati e che da lì seguono le lezioni scolastiche.

Le parrocchie, in occasione della Festa della Pace parrocchiale, si sono attivate per la raccolta fondi. Tante le donazioni che ci sono arrivate, non ci aspettavamo tanta generosità, soprattutto in questo periodo difficile per tutti.

Tanto, tanto, tanto il materiale acquistato, siamo riusciti anche ad acquistare dei tablet  adatti alla didattica a distanza.

Domenica 14 marzo 2021, nel rispetto delle norme anticovid, è avvenuta, presso il Centro Diocesano dell’Azione Cattolica, la consegna di tutto il materiale da parte della presidenza diocesana alla presidente, dott.ssa Deborah Cinquepalmi, e ai volontari dell’associazione S.I.M.BA.

Per un bambino o per un ragazzo che si trovano nel bel mezzo del loro percorso di studi, ammalarsi in modo serio può avere diverse conseguenze sfavorevoli. Tra queste c’è sicuramente il non poter andare temporaneamente a scuola, perché costretto in ospedale. La Scuola in Ospedale, riconosciuta legislativamente, è un servizio pubblico, è la risposta del sistema scolastico a questo bisogno. All’interno degli ospedali vengono create delle vere e proprie classi, sezione distaccate di scuole statali, con docenti e personale proprio. L’organizzazione delle lezioni e il loro svolgimento è improntato al pieno rispetto delle necessità terapeutiche di ciascun alunno. Inoltre, è favorito il largo uso delle tecnologie, che permettono di superare differenti barriere e ostacoli.

Negli ultimi mesi tutti noi, bambini, ragazzi, giovani ed adulti di AC ci siamo fatti portavoce di questi progetti, alcuni bambini e ragazzi si sono impegnati per la realizzazione del Tg Ragazzi, per il momento di preghiera e tutto cò che ha “movimentato” questa fase della nostra vita..

Grazie a tutti!

Restiamo sempre connessi…Segui la notizia! 🙂

Pace