A braccia aperte, incontro nazionale con Papa Francesco

Carissimi AmiCi,

il 25 aprile sembrava una data lontana ed invece manca pochissimo all’incontro nazionale, “A braccia aperte”, con Papa Francesco…

Il 25 ci ritroveremo in piazza S. Pietro! Sarà un bellissimo momento di festa, per tutti: ragazzi, giovani, adulti di Ac e non solo per continuare a costruire la Chiesa che sogniamo!
​Chi ha partecipato a questi momenti sa bene quanto facciano bene e quanto rilancino l’entusiasmo, restando impressi nella mente e nel cuore.

NOTE TECNICHE – ARCIDIOCESI DI TARANTO

Come già comunicato ai vostri responsabili parrocchiali, come centro diocesano abbiamo prenotato un pullman che partirà da Taranto.

Il costo è di 65 euro (67 per i non tesserati di AC), comprende viaggio A/R, il pagamento del checkpoint per l’ingresso a Roma (con scarico e carico partecipanti presso Terminal Gianicolo) e il Kit del partecipante (zainetto, cappellino, PASS, laccetto e bandana).

Per la prenotazione potete contattare Mariangela Di Geronimo al 3286715714.

Comunicazione per i referenti dei pullman parrocchiali e gruppi autonomi

I kit dovranno essere pagati entro e non oltre il 10 marzo a mezzo bonifico bancario all’IBAN IT05K0538715801000043056329 intestato a: Azione Cattolica Italiana Presidenza Diocesana – Causale: pagamento (numero) kit, specificando la parrocchia richiedente.

Ogni parrocchia dovrà provvedere autonomamente al pagamento della quota assicurativa per i non soci (2 euro).

Al seguente indirizzo la procedura per l’assicurazione dei non soci, https://assicuraci.it/non-soci/

Per qualsiasi dubbio o chiarimento contattate Mariangela (3286715714)

Entro il 20 aprile tutti i referenti parrocchiali dovranno provvedere ad inviare l’elenco dei partecipanti alla referente diocesana.

VOLONTARI: Affinché la giornata si svolga nel migliore dei modi, dal CENTRO NAZIONALE chiedono la nostra collaborazione. C’è bisogno di volontari! Le mansioni principali previste saranno:
• l’assistenza e l’accoglienza dei partecipanti nelle aree previste per l’arrivo e la partenza;
• l’accoglienza e l’assistenza in piazza San Pietro
• il servizio ai punti informazione;
• l’assistenza durante le attività ed ogni altra necessità del momento.
I volontari possono essere giovani o adulti, ma non sono ammessi minorenni.
Coloro che si renderanno disponibili, dovranno essere a Roma dal 24 aprile 2024, non oltre le 12:00 per un momento di sopralluogo, formazione e preparazione alle mansioni sopra indicate.
Ai volontari verrà offerto dal Centro nazionale il vitto e l’alloggio per la notte tra il 24 e il 25 aprile, ma dovranno provvedere autonomamente alle spese di viaggio.Scadenza iscrizioni 15 marzo 2024.

«Voi laici di Azione Cattolica potete aiutare la Chiesa tutta e la società a ripensare insieme quale tipo di umanità vogliamo essere, quale terra vogliamo abitare, quale mondo vogliamo costruire. Anche voi siete chiamati a portare un contributo originale alla realizzazione di una nuova “ecologia integrale”: con le vostre competenze, la vostra passione, la vostra responsabilità». Le parole di papa Francesco riscaldano i cuori, generano passioni, stimolano impegni.

Ci vediamo tutti a Roma… 😉

ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DIOCESANO DI AZIONE CATTOLICA

E’ stato eletto, domenica 18 febbraio, il nuovo consiglio diocesano dell’Azione Cattolica per il triennio 2024-2027.

Il neo consiglio eletto risulta così composto, per il Settore Adulti:

Panarelli Daniele con voti 80;

Cristiano Letizia con voti 73;

Iavernaro Vita con voti 47;

Miola Angela con voti 46;

Labalestra Guglielmo con voti 42.

Per il Settore Giovani:

Spezio Cosimo con voti 87;

Panarelli Sara Maria con voti 57;

La Gioia Elio Simone con voti 43;

D’Ambrosio Rosanna con voti 39;

Angelillo Daniela con voti 38.

Per l’articolazione (ACR):

Zani Tecla con voti 71;

Petrosillo Maria Rosaria con voti 43;

Vitale Michele con voti 38;

Del Vento Claudia con voti 27;

Parisi Adriana con voti 13;

L’elezione è stata la parte finale dell’intensa giornata che è iniziata con la celebrazione della Santa Messa presieduta dall’arcivescovo S.E.R. Mons. Ciro Miniero.

L’arcivescovo durante l’omelia ci ha spronati ad essere dei buoni e credibili testimoni del Vangelo in tutti gli ambienti della nostra vita e ci ha ricordato che l’Azione Cattolica ha un particolare segreto affinchè questo si possa realizzare: “fare associazione, fare comunità voi non vi scegliete all’interno di una parrocchia, in un’associazione, non vi scegliete ognuno risponde poi vi ritrovate, vi ritrovate per poter essere testimoni. Ma testimoni come? Attraverso il vostro vivere insieme, attraverso una ricerca del bene che fate insieme, attraverso lo sforzo di guardare sempre in avanti nella prospettiva che il Signore ci chiede, di costruire il bene perché le generazioni possano sperimentare il bene che è Gesù Cristo e questo amore diventa la forza del vostro vivere come persone che aderiscono ad un progetto. Un progetto di chiesa, un progetto di amore, un progetto di comunità che rende nuovo, attraverso l’impegno e la testimonianza ,il mondo in cui si vive. Il Signore dia a tutti la forza per poter camminare sempre in questa dimensione e non fermarci mai in tutti i momenti della vita nella ricerca del bene per tutti e nella ricerca del costruire il bene attraverso l’impegno di ciascuno”.

Al termine della celebrazione è avvenuta la consegna, ufficiale, delle nomine ai presidenti parrocchiali da parte dell’arcivescovo.

La mattinata è proseguita con gli interventi e saluti dei delegati del consiglio nazionale, Diego Grando e regionale, Mimmo De Palo; con le relazioni finali della presidente diocesana, Letizia Cristiano, dei vicepresidenti del Settore Adulti, Antonella Caputo e Pasquale Massafra, del vicepresidente del Settore Giovani, Guglielmo Labalestra, del segretario MSAC, Simone La Gioia, della Responsabile e vice dell’ACR, Tecla Zani e Mariangela Di Geronimo che hanno, successivamente, presentato all’assemblea la nuova EDR, l’Equipe Diocesana dei Ragazzi.

I ragazzi hanno dato lettura del documento, risultato delle riflessioni avvenute nei consigli parrocchiali dei “piccoli”.

Il lavoro è partito dalla parole di Papa Francesco all’AC: “Voi laici di AC siete chiamati a rinnovare la scelta missionaria”, i piccoli soci si sono interrogati su come poter essere dei ragazzi missionari e a quale missione sono stati chiamati. Confrontandosi hanno trovato dei punti in comune: “i ragazzi missionari scelgono di testimoniare Gesù in tutti gli ambienti di vita”e i luoghie più urgenti della missione sono risultati le proprie case, la scuola e la palestra, il luogo dove fanno sport.

Terminate le presentazioni e le relazioni si è proseguito con la presentazione dei candidati e l’apertuare dei seggi elettorali.

I lavori assembleari sono proseguiti, nel pomeriggio, sotto la presidenza di Remo Pezzuto, referente provinciale di Libera Taranto e la segretaria dell’assemblea, Gabrella Iavernaro, con la discussione degli emendamenti, proposti dalle parrocchie, al documento assembleare. Il documento finale, approvato, diventa la linea guida programmatica per il triennio appena iniziato.

Alla chiusura dei seggi, la commissione elettorale con i membri dei seggi, iniziato con lo spoglio e il conteggio dei voti. Nel tardo promeriggio i risultati con la proclamazione degli eletti.

Grazie a chi ha lavorato in questi anni per rendere sempre più bella l’AC e auguri di buon cammino al nuovo consiglio diocesano.

Mariangela Di Geronimo

La Chiesa che Sogniamo: Immaginando un Futuro di Comunione, Partecipazione e Missione

A cura della Presidenza Diocesana

La Chiesa che sogniamo” è questo il titolo dell’incontro nazionale delle presidenze diocesane di Azione Cattolica. In più di 700 responsabili associativi e assistenti si sono ritrovati a Castel Gandolfo per una ricchissima esperienza di tre giorni.

I lavori si sono aperti con il Presidente Giuseppe Notarstefano: ha sottolineato quanto sia importante oggi essere associazione ed esserlo nel territorio per uscire fuori da quella “logica del Colosseo”, che pericolosamente attraversa il nostro tempo e ci rende solo spettatori passivi e virtuali di ciò che accade nel reale della nostra storia. La giornata è proseguita con un Walkabout sulla gratuità e si è conclusa con lo spettacolo “Cammelli a Barbiana” che ripercorre la vita di don Lorenzo Milani, figura molto cara al Movimento Studenti di Azione Cattolica.

Dal secondo giorno tutto si anima con i gruppi sinodali al centro del cammino della chiesa in questo tempo e mezzo attraverso il quale sognare insieme il ruolo dell’AC nella vita delle nostre parrocchie e delle nostre diocesi. La riflessione della mattina, guidata dalla Teologa e Pastora Evangelica Battista Lidia Maggi, ha avuto come fulcro la domanda “cosa ci appassiona?”. Partendo dalla lettura di alcuni estratti del Cantico dei Cantici e, facendoci accompagnare sapientemente da Lidia, abbiamo potuto rimettere in discussione le motivazioni prime che muovono il nostro stare nella chiesa, il nostro essere membra vive e operose del tessuto ecclesiale.

E poi il via ai gruppi sinodali dove i partecipanti hanno potuto sperimentare attraverso la metafora dell’albero e dei suoi elementi le fasi del cammino sinodale che la chiesa sta vivendo. La metafora dell’albero individua le tappe sinodali: le radici corrispondono alla fase narrativa, quella sapienziale è individuata dalla ricchezza dei rami, le foglie rappresentano la fase profetica e i frutti sarà la concretezza del cammino assembleare. Un’occasione quella dei gruppi sinodali per mettere in pratica quel progetto stupendo di Chiesa che è contenuto in Evangelii Gaudium(documento programmatico di Papa Francesco per la vita della Chiesa) e che chiede a tutti i membri delle comunità di mescolarsi, di conoscersi e di vivere in una comunione matura e significativa. 

Certamente questa esperienza di cantiere sinodale non è solo per la nostra associazione! Questo è stato rimarcato diverse volte, in particolare durante la tavola rotonda con Paolo Bovio, padre Bernardo Gianni, Antonella Sciarrone Alibrandi e il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante come moderatore. Dal dibattito è emerso come questa esperienza di sinodo possa essere una grande occasione per tutta la Chiesa e per il Paese in un tempo in cui c’è bisogno di Azione Cattolica!

Non è questo un percorso da fare da soli: la cura verso tutti va condivisa e fa parte della responsabilità di ciascuno come è emerso durante la presentazione del libro del presidente Notarstefano. Attraversare. Visioni. Processi. Sete. Germogli. La città che sale. 

Sei parole in cerca di cielo e di terra, di relazioni e Assoluto, preghiera e politica, sorriso e fraternità. Sei parole che ci aiutano a una lettura della realtà senza per questo nascondere fragilità, percorsi di crisi, transizioni e domande sul futuro. Perché nessuno si salva da solo.

Durante l’incontro hanno partecipato ai gruppi sinodali numerosi vescovi che sono stati compagni di questo sogno di Chiesa di questi giorni. Non è mancata la partecipazione colma di stima e affetto da parte del Presidente e del Segretario della CEI il Card. Matteo Zuppi e Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Baturi. Proprio il Cartdinale Zuppi ha invitato l’AC a continuare ad essere al servizio a partire dagli ultimi, dagli scartati; solo partendo da essi l’amore ci coinvolgerà e a essere creativi di comunità. 

Un servizio, quello dell’AC, che è in continua rigenerazione e che sempre deve “lasciarsi guidare dalla Creatività dello Spirito” ci ha detto Mons. Giuliodori nella messa conclusiva dell’incontro. Un servizio che non può fare a meno delle alleanze che l’associazione stringe a livello locale e nazionale con tante associazioni di natura ecclesiale e civile.

In ultimo, un servizio che sia gioioso come ci ha ricordato il presidente Notarstefano nel suo discorso conclusivo. Un’ associazione di laici che vivono nel tempo in cui sono immersi, che sono capaci di abbracciare e amare questo tempo sull’orma di quanto tracciato dal presidente Bachelet. Una AC sempre aperta e dove ci sia spazio per tutti che sappia essere spazio ed esperienza di fraternità sinodale.

Numerose sono state le provocazioni ricevute dai diversi ospiti in questi giorni e sicuramente c’è tanto da fare… ma proprio sulla strada di casa è bello ripensare alle parole piene di fiducia che il beato Piergiorgio Frassati caro alla nostra associazione usò: “l’avvenire è nelle mani di Dio e meglio di così non potrebbe andare”. Una frase che non ci deve de-responsabilizzare, non ci deve far stare comodi in poltrona come ci mette in guardia Papa Francesco, anzi è la certezza che solo insieme al Signore la nostra strada si aprirà. Buon Cammino AC!

“Armida Barelli: donna, custode di generatività e apostola”

A cura dei Giovanissimi/Giovani di AC parrocchia S.PIO X

Nella giornata del 22 aprile 2023 Papa Francesco ha ricevuto in Udienza, in Piazza San Pietro, l’Azione Cattolica Italiana, l’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, in ringraziamento per la beatificazione di Armida Barelli, avvenuta a Milano lo scorso 30 aprile 2022.

Armida Barelli è stata un’educatrice italiana, cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dirigente dell’Azione Cattolica Italiana, cofondatrice delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo e cofondatrice dell’Opera della regalità di Nostro Signore Gesù Cristo. Quest’ultima ebbe anche un’attenzione speciale per l’evangelizzazione, in particolare in Cina, dove sostenne la nascita di un istituto religioso femminile oggi diffuso e vitale, le Missionarie Francescane del Sacro Cuore di Gesù.

La “sorella maggiore”, così si faceva chiamare, con la sua opera ha contribuito in maniera decisiva alla promozione delle giovani donne cristiane nella prima metà del Novecento, al processo di integrazione tra Nord e Sud, estendendo la sua azione anche in campo internazionale. Un lavoro che ha saputo coniugare fiducia in Dio e concreta efficienza organizzativa, fedeltà alla Chiesa e ai suoi pastori, frutto della consapevolezza del contributo delle donne laiche nella Chiesa e della determinata convinzione circa la funzione decisiva dell’associazionismo organizzato, strutturato sul piano nazionale e articolato a livello locale.

A tal proposito, durante l’udienza il Papa nel suo discorso ha messo in evidenza alcuni tratti importanti della sua figura: “La donna è custode privilegiato della generatività che si può realizzare grazie al dialogo di reciprocità con l’uomo. La Barelli è stata tessitrice di grandi opere e lo ha fatto realizzando una trama formidabile di relazioni, girando in lungo e in largo l’Italia e tenendo contatti con tutti. […] Anche rispetto al tema della leadership femminile in ambito ecclesiale e sociale – di cui la Barelli può essere considerata formidabile anticipatrice – abbiamo bisogno di un modello integrato, che unisca la competenza e la prestazione, spesso associate al ruolo maschile, con la cura dei legami, l’ascolto, la capacità di mediare, di mettere in rete e di far crescere le relazioni, a lungo ritenute appannaggio del genere femminile e spesso sottovalutate nel loro valore produttivo. […], il secondo tratto della Beata è essere apostola. […]  Essere apostole e apostoli vuol dire essere laiche e laici con passione, appassionati del Vangelo e della vita, prendendosi cura della vita buona di tutti e costruendo percorsi di fraternità per dare anima a una società più giusta, più inclusiva, più solidale. Ed è importante fare tutto questo insieme, nella bellezza di un’esperienza associativa che, da un lato, allena a saper ascoltare e dialogare con tutti e, dall’altro, esprime quel “noi più grande” che educa alla vita ecclesiale, vita di popolo che cammina insieme.”

La diocesi di Taranto, e noi giovani dell’Azione Cattolica, abbiamo risposto a questo invito, unendoci al ringraziamento e alla grande assemblea presente in Piazza San Pietro al cospetto del Papa.

 L’incontro con il Papa è stata un’esperienza emozionante, indimenticabile e significativa per il nostro percorso di fede e per la nostra vita. Abbiamo fatto nostro il messaggio del Papa rivolto alle nuove generazioni, sull’importanza dell’esempio di Armida per noi giovani e sull’importanza di onorare la memoria di coloro che hanno fatto la storia. Inoltre, il Papa ha parlato del valore dell’educazione e della formazione di noi ragazzi affinché possiamo divenire noi, per primi, leader di esempio come la beata Armida Barelli, sui valori di umanità, giustizia e solidarietà.

(Chiara Brunetti, Michela e Luciana Saliva, Arianna Falcone, Laura Manfra – ACGiovanissimi e Daniela Angelillo – ACGiovani)

Il racconto della scuola associativa

A cura di Angela Giungato & Fabio Mancini

“La formazione è un impegno che qualifica l’Azione Cattolica”.

Da questa affermazione presente nel Progetto Formativo di A.C.I. e dalla profonda convinzione e volontà della Presidenza Diocesana è nata l’esigenza di offrire ai responsabili e ai soci di A.C.I. una Scuola Associativa che rispondesse ai loro bisogni formativi.La priorità metodologica è stata quella di rendere protagonisti i partecipanti in tutte le fasi dell’iniziativa: dalla scelta della tematica, tramite un questionario on-line somministrato a tutti i responsabili parrocchiali, alla modalità soprattutto laboratoriale degli incontri, fino alla stesura di un progetto realizzabile nelle realtà parrocchiali della nostra Diocesi.

Il tema indicato è “Laici di Azione Cattolica fedeli al Vangelo in questo nostro tempo”.

Dalla lettura nei laboratori sono emerse tre emergenze rispetto al tema generale: la dimensione del tempo nella società contemporanea anche alla luce delle esperienze vissute durante la pandemia; il dialogo tra generazioni; la sfida delle nuove forme virtuali di comunicazione.

A questo punto sono intervenuti in due incontri tre esperti che hanno aiutato a leggere con competenza le problematiche emerse: il dott. Ignazio Punzi come psicologo; la dott.ssa Carmen Sale come sociologa; don Salvatore Miscio che ha curato il taglio ecclesiale e associativo nel particolare momento sinodale. Luca Micelli e Monica Del Vecchio hanno raccontato come l’esperienza formativa e comunitaria vissuta in Azione Cattolica ha profondamente segnato la loro vita di laici impegnati nella famiglia, nella professione, nella Chiesa. Nell’ultimo incontro i gruppi hanno elaborato due progetti sui temi trattati: uno sull’alfabetizzazione informatica e ai social tenuta da giovani per gli anziani e l’altro sulla custodia del creato per giovani e adulti.

La Scuola, che si è svolta con momenti precisi durante tutto l’anno associativo, si è conclusa con la soddisfazione dei circa 50 partecipanti, che hanno auspicato una ripresa dell’esperienza per l’anno prossimo.

– Angela Giungato

Venerdì 14 aprile si è concluso il percorso formativo della scuola associativa di Azione Cattolica della Diocesi di Taranto. Ispirato al valore della formazione come impegno ed esperienza qualificante, l’iter è iniziato nel mese di settembre con il primo incontro durante il quale i partecipanti si sono interrogati sul “nostro tempo”: bisogni, urgenze e cambiamenti che hanno trasformato la nostra società e conseguentemente il nostro (nuovo) modo di comunicare, con la consapevolezza di riconsiderare le relazioni intergenerazionali in un nuovo clima culturale. Per questo motivo, nel secondo incontro, è stato necessario che qualcuno, con la sua competente esperienza formativa e scientifica, “raccontasse” e spiegasse i cambiamenti intervenuti nell’attuale contesto sociale in modo da orientare le scelte educative, le prassi pastorali e le eventuali attività formative parrocchiali. L’occasione è stata propizia per approfondire diversi aspetti dell’attuale areopago culturale attraverso una lettura sociologica, pedagogica, psicologica e antropologica.

In seguito all’analisi delle dimensioni implicate nei processi educativi e comunicativi, il percorso formativo ha previsto, nel terzo incontro, la conoscenza di una reale e concreta esperienza progettuale in “azione” che consentisse di fare memoria e tesoro della ricchezza germinale delle esperienze associative come risposte ai bisogni del nostro tempo in cui l’azione non è un semplice ‘fare’ ma è opera di discernimento e di evangelizzazione. Infine l’ ultimo incontro ha segnato il passaggio alle proposte attraverso cui siamo chiamati a “progettare” percorsi educativi rispondenti ai bisogni del nostro tempo in sintonia con gli orientamenti del Progetto formativo (2004) secondo cui questo è tempo di missione e “la comunità e in essa l’associazione devono trovare parole e forme nuove per comunicare il Vangelo ed entrare in dialogo con un mondo in cambiamento”. Noi ci abbiamo provato!

– Fabio Mancini

Taranto: una città che si racconta…

A cura della Presidenza Diocesana

Tra qualche giorno la nostra città accoglierà l’esperienza segno realizzata dal Settore Adulti e dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica. Ogni anno infatti, l’Azione Cattolica ed in particolare la presidenza nazionale, sente forte l’esigenza di mettersi in ascolto di un territorio che vive una situazione di disagio, difficoltà e precarietà.

Nel corso degli anni questo ormai consolidato appuntamento ha visto protagonisti i luoghi più disparati del nostro Paese, da Lampedusa, per ascoltare il parroco dell’isola, don Carmelo La Magra, e gli abitanti sull’emergenza immigrati, passando per Arquata del Tronto, tra gli sfollati a causa del terremoto, e poi Genova, tra coloro che avevano perso tutto dopo il crollo del ponte Morandi.

Lampedusa, Arquata del Tronto, Genova e Taranto. Luoghi distanti geograficamente e culturalmente ma con un minimo comune denominatore: il desiderio sconfinato degli uomini di essere ascoltati! La chiesa ci sta dimostrando in questo tempo quanta tenacia ci voglia per mettersi in ascolto, per farsi toccare e, se necessario, ferire dalle storie degli uomini e delle donne del nostro tempo.

Da venerdì 26 a domenica 28 agosto i delegati delle diocesi e la presidenza nazionale saranno accompagnati alla scoperta della nostra città, l’esperienza infatti si intitola “Taranto: una città che si racconta tra sofferenza e speranza”. Il ricco programma, stilato con il supporto dell’ufficio diocesano per i Problemi Sociali e il lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato, prevede la presenza dei rappresentanti di importanti realtà locali: l’Autorità di Sistema Portuale, Comune di Taranto, CISL, Peacelink, Ordine dei Medici di Taranto e mondo accademico.

Durante l’esperienza sono previste anche delle visite sul territorio, è infatti toccando con mano la sofferenza e le grandi ricchezze della città jonica che i partecipanti potranno vedere con i propri occhi quanto ascoltato durante i workshop. In particolare sono previste visite al quartiere Tamburi, al Castello Aragonese e in città vecchia.

Nella serata di sabato 27 agosto uno dei momenti più intensi della tre giorni sarà la cena-racconto presso il ristorante “Articolo 21”, si tratta di un ristorante sociale che offre lavoro a detenuti in cerca di riscatto, migranti e ragazzi provenienti dalle periferie della città.

Non ci resta che augurare buon ascolto a coloro che parteciperanno a questa preziosa esperienza, ci piace farlo con le parole di Sant’Agostino: “Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore”. “Nolite habere cor in auribus, sed aures in corde” (Sermo 380, 1: Nuova Biblioteca Agostiniana 34, 568).

40 anni di servizio generoso alla Chiesa

La Presidenza diocesana, il Consiglio diocesano e l’Associazione tutta rivolgono con affetto e gioia i più sentiti auguri a don Carmine Agresta, Assistente unitario diocesano, per il suo 40.mo anniversario di ordinazione sacerdotale e lo ringraziano di cuore per il servizio che in questi anni sta donando all’Azione Cattolica.

La collaborazione con la gerarchia e l’amicizia sincera con i presbiteri sono uno dei tratti distintivi dell’Ac. In Ac l’assistente ha un “ruolo importante nella formazione di coscienze di laici desiderosi di vivere con gioia la propria vocazione battesimale e di orientare la propria vita ad un progetto di santità” (Progetto Formativo): è un amico con cui crescere nella corresponsabilità e nella fede.

“Al servizio di questo impegno formativo e missionario ponete, carissimi, le vostre migliori energie: la sapienza del discernimento spirituale, la santità della vita, le varie competenze teologiche e pastorali, la familiarità di relazioni semplici e autentiche. Il Papa vi è vicino e vi incoraggia a non perdervi d’animo, soprattutto quando, dovendo contemperare il servizio di Assistente con altri incarichi in Diocesi, vi capita di sperimentare la fatica e la complessità di un tale ministero. Siatene certi: l’essere Assistenti dell’Azione Cattolica, proprio per la singolare relazione di corresponsabilità insita nell’esperienza stessa dell’Associazione, costituisce una sorgente di fecondità per il vostro lavoro apostolico e per la santità della vostra vita”. (Dal Messaggio di San Giovanni Paolo II agli Assistenti di AC)

Caro don Carmine ti accompagniamo con le nostre preghiere e affidiamo il tuo servizio ecclesiale alla Vergine Immacolata, Regina dell’Azione cattolica.

Armida Barelli è Beata!

A cura di Letizia Cristiano – Presidente Diocesano ; Elia Lonoce – Vicepresidente Settore Giovani ; Elio Simone La Gioia – Segretario MSAC

“Il profumo che viene dalla santità, che si alza da questa Chiesa ambrosiana”

Armida avrebbe apprezzato i tanti occhi lucidi e appassionati che hanno riempito ieri mattina il duomo di Milano. Duemila persone riunite insieme in preghiera, per la Beatificazione di due Ambrosiani: don Mario Ciceri e la nostra “sorella maggiore” Armida Barelli.

Cosa possiamo dire di lei? Sicuramente possiamo tracciare il volto di una donna tenace e coraggiosa, aveva compreso bene quanto l’impegno laicale formato fosse essenziale nella Chiesa. Rida, come amava farsi chiamare, si è spesa per promuovere il protagonismo e l’emancipazione delle donne nella sfera ecclesiale e in quella sociale.

Parlando di Armida Barelli, G. B. Montini, sin dagli inizi del suo ministero come Pastore dell’Arcidiocesi di Milano, disse che a lei doveva andare «il plauso non soltanto di Milano, ma dell’Italia, per aver lasciato un’eredità che veramente arricchisce le file della vita cattolica e segnato la via per l’educazione moderna della gioventù femminile» (Discorso del 30 gennaio 1955, in «Discorsi e Scritti Milanesi», I, p. 117).

Un altro grande pilastro della nostra sorella maggiore è stata sicuramente la cultura, promotrice e ferma sostenitrice dello studio e della conoscenza. Potremmo dire che Armida intendeva l’impegno nello studio come una forma alta di carità verso il prossimo. Proprio per questo si è spesa per la fondazione e la promozione, con Padre Agostino Gemelli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Al riguardo, il p. Agostino Gemelli nel suo Testamento spirituale lasciò scritto: «Tutti i miei collaboratori si ricordino che agli occhi degli uomini io appaio come uno che ha fatto delle opere: queste non sarebbero né nate, né fiorite senza lo zelo, la pietà, l’intelligenza e soprattutto la vita soprannaturalmente ispirata della signorina Barelli» (Positio, «Informatio», p. 97).

In particolare, ella volle la Facoltà di Medicina al punto da preferirla come dono del Signore alla guarigione dalla malattia che poi la condusse alla morte (cf. Positio, «Summarium», p. 14). Inoltre, come è sottolineato dal recente Messaggio della Conferenza Episcopale Italiana, in occasione della 98a Giornata dell’Università del Sacro Cuore: «…agendo anche sul piano sociale per la valorizzazione femminile, Armida fu promotrice di un cattolicesimo inclusivo, accogliente e universale.

Come AC siamo debitori ad Armida, debitori di una grazia che ha avuto slancio attraverso la sua vita e che continua ad essere linfa per l’associazione. Proprio come una sorella maggiore è stata capace di essere di esempio, un modello di santità concreto e operoso.

Nella stagione del ritorno alla democrazia nel nostro Paese dopo la devastazione della guerra, spronava le donne, per la prima volta chiamate al voto, a “capire quali sono i principi sociali della Chiesa per esercitare il nostro dovere di cittadine” perché “siamo una forza, in Italia, noi donne”».

“In queste storie di santità: umili e nascoste come quella del beato Mario Ciceri, oppure pubbliche e note come quella della beata Armida Barelli – afferma il cardinale Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, che ha presieduto la celebrazione – si manifesta sempre la forza dello Spirito, che il Risorto possiede senza misura”.

Celebrazione della Beatificazione di Armida Barelli e don Mario Ciceri

Nel suo saluto conclusivo, l’Arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini, si è rivolto in particolare ai giovani. Riferendosi alla figura di Armida Barelli ha invitato i presenti a riflettere su “che cosa potrebbe fare una ragazza di buona famiglia, che ha studiato all’estero, che ha una bella casa di villeggiatura sulle colline del Varesotto che vive in un contesto in cui è bene che le ragazze stiano chiuse in casa, in un momento in cui i cattolici è bene che stiano chiusi nelle sacrestie, in un contesto in cui essere cristiani significa essere ottusi e irrilevanti per le sfide contemporanee? Ecco, per esempio, potrebbe diventare santa”.

Mons. Delpini ha voluto sottolineare che il momento vissuto ieri non è stato un momento conclusivo, ma una strada che si apre. Una strada che ha come meta la santità, con l’invito a diventare santi, “in tempo di guerra e in tempo di pace”.

INSIEME PER LA PACE

A cura di Antonella Caputo – Vicepresidente Adulti

Sabato 2 aprile piazza Garibaldi a Taranto si è riempita di voci e canti, e i colori di cento bandiere hanno urlato il “ NO “ a qualsiasi guerra che possa minacciare la vita umana, la sua dignità, la libertà e la tranquillità di ogni popolo.

Agesci e Azione Cattolica si sono unite per realizzare una veglia di preghiera e manifestare a gran voce il ripudio ad ogni tipo di violenza contro l’umanità , dichiarando chiaramente da che parte stare: dalla parte di Cristo e del suo messaggio d’amore.

Le insegne dell’Agesci e dell’Azione Cattolica si sono unite a quella della Pace per vivere un’esperienza unitaria di consapevolezza del momento buio che angoscia il mondo, con la speranza che si possa ritornare a vivere in un contesto libero dalle guerre, senza la paura che minaccia le nostre vite, uniti alla sofferenza delle vittime e alla speranza del domani. Bambini, giovani e adulti hanno risposto positivamente a questa chiamata riempiendo la piazza, e le invocazioni alla pace si sono alternate alla lettura del Vangelo e al messaggio del Santo Padre.

Era presente anche una delegazione del popolo Ucraino ed è stato importante far sentire la loro voce: c’è stata la testimonianza di una donna ucraina che vive in Italia che ha esternato, con le sue parole, tutta la sofferenza che vive la sua gente, ringraziando per la vicinanza, la solidarietà e l’aiuto materiale.
Ricordiamo che anche in Russia ci sono tantissime persone che sono contrarie a questo attacco, infatti subito dopo ha potuto parlare anche una donna russa, altrettanto sofferente per l’ingiustizia di una invasione che causa tante atrocità.

Le due donne si sono unite nell’imprimere l’impronta della loro mano su un telo bianco con al centro la scritta “PACE”.

Ma la veglia di preghiera aveva lo scopo, comunque, di gridare il nostro rifiuto a qualsiasi guerra in corso, senza distinzione. Ogni vicaria della diocesi di Taranto ha avuto un compito: realizzare una bandiera di stoffa con colori diversi , a seconda della vicaria, cucendo 8 quadrati insieme, su cui sono state scritte frasi sulla pace. Alla fine della veglia, queste bandiere si sono unite tra loro coprendo una vasta area, formando un unico tappeto ricco di intenzioni, colori e messaggi usciti dal cuore e dalla mente del popolo della pace, da chi sa che qualsiasi guerra non costruisce nulla, né potere né denaro, perché distrugge ogni cosa, non produce amore, né serenità né progresso.

L’ultimo intervento prima di tornare a casa lo ha regalato Sua Eccellenza Monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, che ha voluto complimentarsi per l’iniziativa ed esortare a perseverare nell’idea di Pace, l’unica via possibile alla convivenza tra i popoli, l’unica certezza di vita, l’unico modo per essere felici.

Una serata fredda e ventosa non ha spento il calore dei presenti, perché erano tutti coscienti dell’importanza di essere lì, di schierarsi, di far sentire la propria voce, di guardarsi dentro per gridare che la Pace è il nostro dna, con la Chiesa e con Colui che ha dato la vita perché noi fossimo felici.

“Ricuciamo la pace” – L’iniziativa del Mese della Pace 2022

A cura di Elio Simone La Gioia – Segretario MSAC

Come sempre Papa Francesco ha la capacità di indurci a riflettere usando parole semplici ma allo stesso tempo efficaci. Non è stato da meno quest’anno nel Messaggio per la 55ma Giornata Mondiale della pace sul tema “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”, che si celebra il 1° gennaio 2022 e che apre il Mese della Pace.

Come associazione siamo soliti vivere questo tempo straordinario cercando di far riflettere tutti i soci a partire dai singoli gruppi fino alle proposte diocesane, perché la pace la si costruisce solo insieme. Francesco questo lo ribadisce in maniera insistente ed incessante, infatti la pace “è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso”.

Non possiamo ignorare che “nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l’assordante rumore di guerre e conflitti, mentre avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, si aggrava il dramma della fame e della sete e continua a dominare un modello economico basato sull’individualismo più che sulla condivisione solidale”.

L’iniziativa di pace di quest’anno, “Ricuciamo la pace”, vuole aiutare ciascuno di noi a guardare alla realtà che ci circonda con l’occhio di chi si fa attento ai bisogni e, nel contempo, riesce a scorgere il bene, il bello laddove esso si manifesta. Abbiamo bisogno in fondo di educare gli occhi e il cuore alla pace e al bene, perché “la pace nasce solo da un cuore nuovo” (Giovanni Paolo II – Messaggio per la 17ma Giornata Mondiale della pace).

Il progetto di solidarietà, legato all’iniziativa del 2022, ci porta in Egitto nella città del Cairo, per sostenere l’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, nella costruzione dell’Oasi della Pietà, una casa di accoglienza per bambini e ragazzi.

L’orfanotrofio garantirà l’accoglienza ai minori che versano in condizioni disagiate e si configurerà come una vera e propria “oasi” di cura e sostegno per tantissimi bambini soli, che in Egitto purtroppo vivono ancora in stato di difficoltà estrema.

Per sostenere questo progetto, anche quest’anno c’è la possibilità di acquistare il gadget del Mese della Pace, targato Ac: un braccialetto realizzato con la collaborazione di QUID, un’importante realtà imprenditoriale di sartoria sociale di Verona, che lavora con la rigenerazione di stoffe che il mercato della grande distribuzione ritiene difettose e la lavorazione di scarti di produzione, ad opera di mani sapienti che danno vita a collezioni uniche nel segno della Creatività. Creazioni sostenibili nel segno di un modello di sviluppo aziendale alternativo (per saperne di più: https://www.quidorg.it).

L’idea di fondo è quindi quella di educarci alla pace. Sì, perché la pace è anche un’arte che si impara. Questo tempo di prolungata emergenza sanitaria forse ci ha insegnato che non basta lo slogan. Non basta una marcia. Non basta un cartello. Ci vuole lo studio e l’istruzione, come ci ha ricordato il Papa nel messaggio. Occorre il confronto. È necessario prendere posizione perché “l’equilibrismo non è il modo giusto di difendere la pace” (Don Tonino Bello, in Scritti di pace, Luce e Vita, p. 12).

In ultima battuta questo è tempo di riflessione, potremmo porci alcune domande in maniera personale e poi in base al servizio che rendiamo in associazione in modo da vivere questo Mese della pace in pienezza.

  • Ho mai pensato di costruire autentici percorsi di educazione alla pace? Quali scelte posso compiere per proporre una mentalità evangelica che accolga l’invito a essere operatori di pace?
  • “Ricucire la pace” cosa significa per me oggi? Come posso contribuire ad alimentare la capacità di dialogo nei luoghi che frequento quotidianamente (in casa, a scuola, a lavoro, nel tempo libero…)?
  • Il Papa più volte ci esorta a pregare per la pace, mi fermo a pregare per la pace? Attraverso la preghiera so far emergere, individuare, a volte smascherare, piccole e grandi forme di ingiustizia, di egoismo, di sopraffazione e di odio per affidarle al Padre?

Di seguito, in basso, è possibile scaricare il sussidio che presenta nel dettaglio il progetto e le attività per il Mese della Pace.

Ci aspetta davvero un tempo di riflessione e impegno straordinario, che vivremo appieno insieme a tutti i bambini, i ragazzi, i giovani e gli adulti della nostra Associazione.

Sussidio Ricuciamo la Pace –> Sussidio-Ricuciamo-la-Pace-2022