“Cultura ed identità europea: l’integrazione che vogliamo”

a cura di Daniele Panarelli, vice presidente diocesano, settore Adulti


In occasione dell’appuntamento elettorale per le votazioni del Parlamento europeo, si è svolto lo scorso 6 giugno, presso il teatro Tarentum di Taranto, l’incontro/dibattito dal titolo “Cultura ed identità europea: l’integrazione che vogliamo”. Fortemente voluto dall’Azione Cattolica diocesana e dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale, il lavoro, la giustizia, la pace e la custodia del creato, l’incontro ha dato l’opportunità ai presenti di approfondire il tema dell’identità europea.

Davanti ad una platea numerosa ed attenta, il dott. Marco Cilento, Responsabile delle politiche istituzionali della Confederazione Europea dei Sindacati (CES) nonché componente del Board del Movimento Europeo Internazionale, ha raccontato quali opportunità l’Unione Europea offre ai suoi cittadini. Partendo dalla sua personale storia, infatti vive e lavora a Bruxelles ormai da oltre 20 anni, il dott. Cilento ha sapientemente esplicitato i progressi fatti in tutti questi anni come anche raccontato in maniera esaustiva i progetti che sono adesso in cantiere. “Attraverso lo scambio di cultura si crea una identità nuova che si spera possa accomunare i popoli ora e in futuro nel grande obiettivo finale che è la pace” cosi Cilento ha esortato i presenti a prendersi cura di questa istituzione, a partire dall’esercizio del voto. Il dibattito è stato inoltre impreziosito da alcuni interventi fatti dagli organizzatori della serata.

Il primo a cura di Cosimo Spezio, vice presidente del settore giovani di Azione Cattolica nonché responsabile dell’area internazionale di Azione Cattolica il quale ha raccontato la personale esperienza vissuta durante il periodo di Erasmus svolto a Strasburgo e quale contributo questo progetto abbia dato all’integrazione dei popoli europei. A seguire Antonio Santoro, membro del direttivo della scuola di formazione diocesana all’impegno sociale e politico, partendo dalla lettera di raccomandazione in vista delle elezioni a firma della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’UE (COMECE), ha parlato delle questioni sovranazionali non risolvibili dai singoli Stati e delle strategie che l’Unione adotta per affrontarli. Infine Daniele Panarelli, vice presidente
del settore adulti di Azione Cattolica, ha rappresentato i grandi passi fatti negli ultimi decenni dalla UE in materia di pace e cooperazione cercando di seguire i valori fondanti dei padri fondatori. L’incontro è stato moderato da Pietro Panzetta, membro del direttivo della scuola di formazione diocesana all’impegno sociale e politico, il quale ha dibattuto con il relatore principale sulle attuali politiche del lavoro. In questo periodo storico in cui la sensazione di sfiducia nelle istituzioni risulta acclarato, soprattutto dalle ultime statistiche di affluenza alle urne, è stato bello vedere all’interno della sala un buon numero di giovani, alcuni dei quali si stavano preparando per la loro prima esperienza di voto. Un segnale di speranza che ci piace mettere in risalto e che ci da la possibilità di poter continuare a credere che le vie da percorrere non sono esaurite. Da sottolineare anche il bellissimo percorso di preparazione svolto dai membri della presidenza diocesana di AC insieme ai membri della scuola di formazione diocesana all’impegno sociale e politico che, in quest’ultimo mese, in piena sinergia, hanno ideato e sviluppato la serata e che, come detto durante la presentazione dalla Presidente diocesana di Azione Cattolica Letizia Cristiano “questo dà proprio il senso di una chiesa che cammina insieme, che è aperta alla società e che vuole sensibilizzare le coscienze”. Siamo convinti che l’UE abbia ancora molto da offrire ai suoi cittadini e che oggi più che mai debba lavorare per distinguersi quale forza per il bene nel mondo. Di fatto, l’Unione Europea non è perfetta ma è il miglior strumento che abbiamo per costruire un futuro migliore per noi stessi e per le generazioni future.

“TESTIMONI DI TUTTE LE COSE DA LUI COMPIUTE”

a cura di Cosimo Spezio, vice presidente diocesano, settore Giovani

Dal pomeriggio di giovedì 25 aprile alla mattinata di domenica 28 aprile si è svolta presso la Fraterna Domus in Sacrofano (RM) la XVIII Assemblea Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana.
Pur essendo un’associazione laicale con oltre 150 anni di storia, la numerazione delle Assemblee Nazionali viene considerata a partire dall’approvazione del nuovo statuto post-conciliare del 1969.
Accompagnati dall’Assistente Unitario in qualità di uditore, dalla nostra diocesi hanno partecipato in qualità di delegati la presidente (accompagnata dal coniuge come uditore), il vicepresidente per gli adulti, il vicepresidente per i giovani, la responsabile dell’ACR e una rappresentante dell’equipe
diocesana dei ragazzi dell’ACR.


Dopo l’emozionante incontro con il Santo Padre in Piazza San Pietro del 25 aprile “A braccia aperte”, l’associazione tutta si è radunata per soffermarsi a riflettere attraverso la relazione del presidente uscente sul triennio appena concluso e tracciare le linee programmatiche per il triennio
appena cominciato. Scanditi dalle stimolanti riflessioni durante le celebrazioni da parte dei cardinali Parolin, Farrell, Semeraro e Zuppi, i lavori hanno riguardato la discussione ed approvazione del documento assembleare, la cui bozza è stata redatta a partire dalle indicazioni raccolte dai territori nell’ultimo anno. Si tratta di un testo segnato da alcune scelte di fondo indicate in 5 capitoli: persone e comunità, comunione e responsabilità, formazione e scultura, spiritualità e sinodalità, alcune questioni emergenti. Questo testo sarà recepito dal neoeletto Consiglio Nazionale per tracciare i prossimi orientamenti triennali.
La grande novità di questa assemblea è stata l’attiva partecipazione dei ragazzi dell’ACR (Azione Cattolica dei Ragazzi). Anche loro sono stati coinvolti nei lavori sul documento assembleare e hanno proposto i propri emendamenti, esprimendo il proprio punto di vista originale sull’associazione di cui sono sia presente che futuro. “Ci hanno chiesto cosa volessimo migliorare dell’AC”, commenta la piccola Rachele. “Mentre scrivevamo, io mi sentivo “grande” e ascoltata.
Quando ho scoperto che l’Assemblea aveva approvato l’emendamento presentato dal mio gruppo sono stata molto contenta, perché è bellissimo sapere che quello che hanno scritto dei ragazzi è stato apprezzato da giovani e adulti. Per noi fa molto sapere che i nostri pensieri siano ascoltati
nonostante la nostra età e la poca esperienza”. È stato determinante, allora, questo contributo affinché l’associazione sia davvero a misura di tutte le sue componenti (ragazzi, giovani e adulti).


Nel corso dell’evento non sono mancati momenti di gioia vera, come l’annuncio da parte del card. Marcello Semeraro (Prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi) della prossima canonizzazione del beato Pier Giorgio Frassati. Ci sono stati anche momenti di approfondimento, come la serata in
preparazione alla 50° Settimana Sociale dei Cattolici in Italia e la serata organizzata con l’Agenzia Italiana per la Gioventù sulle opportunità riservate ai giovani dall’Unione Europea.
L’Assemblea Nazionale, infine, è stata un’occasione per l’associazione laicale più grande del Paese per (ri)scoprirsi una grande famiglia e, ponendosi sul solco tracciato dal Cammino Sinodale della Chiesa Italiana, mettersi in ascolto delle proprie comunità territoriali. L’Azione Cattolica è ormai pronta a mettersi alle spalle un periodo difficile per provare a “leggere i segni dei tempi” con rinnovato entusiasmo in questo tempo che ci è dato vivere.

A braccia aperte! L’incontro nazionale dell’A.C. con Papa Francesco

Nei giorni precedenti all’evento le notizie che ci arrivavano parlavano di 50.000 presenze.

50.000 tra bambini, giovani ed adulti di Azione Cattolica, tutti in piazza San Pietro per l’incontro con Papa Francesco. Mentre ci incamminavamo ci chiedevamo proprio questo…chissà quanti saremo?!?! Siamo stati tra i primi ad oltrepassare il maestoso colonnato del Bernini per ritrovarci in una piazza fresca, non ancora riscaldata dal sole e dal calore dei soci di AC. Abbiamo visto pian piano la piazza riempirsi intorno a noi e nel giro di un paio d’ore l’annuncio: “Siamo 80.000”, un grido di gioia si è alzato da una folla contraddistinta dai colori associativi, in un luogo che, architettonicamente “abbraccia”, accoglie ed avvolge.

Quella del 25 aprile scorso è stata una giornata ricca di emozioni per i tanti accorsi all’invito del Santo Padre, una data scelta dal Pontefice che è stata anche un modo per festeggiare insieme i tanti cattolici che parteciparono alla lotta partigiana contro il Nazifascismo e per la liberazione dell’Italia.

La giornata è iniziata con un momento di preghiera, presieduto dall’Assistente Ecclesiastico Generale, S.E. Mons. Claudio Giuliodori che ha proposto una riflessione, sottolineando l’importanza dell’incontro con Cristo che aiuta ad andare avanti anche nei tempi drammatici attuali, invitando a essere sempre più testimoni del Risorto in ogni campo della vita.

A seguire tanti i momenti di riflessione e intrattenimento, presentati da Massimiliano Ossini ed Antonella Ventre. Dal sagrato abbiamo ascoltato i “Rulli Frulli” che hanno raccontato la loro vicenda di banda musicale di inclusione, dove ognuno può partecipare suonando strumenti inusuali. Il presidente nazionale di AC, Giuseppe Notarstefano, ha poi commentato il rapporto tra l’associazione e il Papa, soprattutto «l’insegnamento che ci ha dato invitandoci a essere una Chiesa in uscita e sostenendoci nelle nostre innumerevoli sfide che affrontiamo sempre con il sorriso e, appunto, a braccia aperte». Significativo l’intervento di Neri Marcorè che ha cantato un testo e letto delle riflessioni contro la guerra, ricordando la Festa della liberazione.

Qualche minuto dopo sulle note di “Jesus Christ You Are My Life” l’arrivo di Papa Francesco sulla sua papamobile che girando per la piazza ha salutato tutti i presenti.

Dopo un lungo giro, il Papa prende la parola, ci saluta ed accoglie. Un discorso incentrato sulla cultura dell’abbraccio.

Il titolo che avete scelto per il vostro incontro è infatti “A braccia aperte”. L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana. La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza, a cui ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello del congedo dal cammino terreno. E soprattutto è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama, ci ama per primo e non smette mai di stringerci a sé, specialmente quando ritorniamo dopo esserci perduti, come ci mostra la parabola del Padre misericordioso”.

Proseguendo il Papa ci ha proposto tre tipi di abbraccio, “l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita”.

Quando l’abbraccio manca, “le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto e contrapposizione, anche violenta, di diffidenza nei confronti degli altri, vicini e lontani, fino a portare al conflitto”. Perciò “all’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico”.

Poi c’è l’abbraccio che salva che “raggiunge il suo culmine nell’Eucaristia e sulla Croce, quando Cristo offre la sua vita per la salvezza del mondo, per il bene di chiunque lo accolga con cuore sincero, perdonando anche ai suoi crocifissori. E tutto questo ci è mostrato perché anche noi impariamo a fare lo stesso. Lasciamoci abbracciare da Lui, come bambini, per poter abbracciare i fratelli e le sorelle con la stessa carità”.

Infine l’abbraccio che cambia la vita. Un abbraccio può cambiare la vita, mostrare strade nuove, strade di speranza. Sono molti i santi nella cui esistenza un abbraccio ha segnato una svolta decisiva, come San Francesco, che lasciò tutto per seguire il Signore dopo aver stretto a sé un lebbroso. E se questo è stato valido per loro, lo è anche per noi. Ad esempio per la vostra vita associativa, che è multiforme e trova il denominatore comune proprio nell’abbraccio della carità, unico contrassegno essenziale dei discepoli di Cristo, regola, forma e fine di ogni mezzo di santificazione e di apostolato. Lasciate che sia essa a plasmare ogni vostro sforzo e servizio, perché possiate vivere fedeli alla vostra vocazione e alla vostra storia”

Infine ci ha esortati ad essere atleti e portabandiera di sinodalità nelle diocesi e parrocchie di appartenenza per una piena attuazione del cammino fino ad oggi compiuto.

Al termine del discorso il Papa ha salutato i presenti sul sagrato e tutti noi con un ultimo giro sulla papamobile.

La mattinata è proseguita con i cantanti Stefano Picchi e Giovanni Caccamo, con le testimonianze di pace di giovani dell’Ucraina e della Terra Santa, con la lettura di testimonianze di soci di Ac che hanno partecipato alla Resistenza e alla nascita della Repubblica e ascoltato le esperienze di cura del Creato da giovani delle Marche e dell’Emilia Romagna, vittime delle alluvioni del 2022 e del 2023.

Non poteva mancare l’inno della giornata “A Braccia Aperte” di Emanuele Fossi che ci ha accompagnato durante la giornata e continuerà a farlo.

Quello del 25 aprile è stato un grande evento, frutto di una grande organizzazione che ha coinvolto tutti i livelli della nostra associazione. Sono stati mesi e giorni impegnativi, per far sì che tutto andasse per il meglio.

Sette i pullman partiti, la sera prima, dalla nostra diocesi, 400 i partecipanti.

Non vivevamo un momento così importante da sette anni, quando festeggiammo i 150 anni dell’Azione Cattolica, in mezzo la pandemia. Avevamo bisogno tutti di ripartire con un grande abbraccio.

Grazie agli AmiCi del gruppo “referenti bus” per il sostegno reciproco, ai responsabili dei gruppi parrocchiali che per primi hanno coinvolto le loro realtà associative.

Grazie ai volontari che sono partiti da Taranto: Adriana, Alessia, Francesca, Guglielmo e Rosa, che si sono resi disponibili affinchè tutto procedesse senza intoppi, affiancandosi a tutti gli altri provenienti da tutta la penisola.

Concludo questo “resoconto” con le parole delle nostre due amiche che si sono messe a servizio di tutti noi.

“Questa era la mia prima esperienza come volontaria al servizio di un evento A.C.; sono stati due giorni belli intensi: dopo averci suddivisi nei vari team e aver spiegato i vari compiti, sveglia alle 3 per iniziare la giornata! È stato bellissimo vedere quante persone arrivassero, gruppi numerosissimi e di qualsiasi età. C’è stata tanta collaborazione tra noi per aiutarci a vicenda nel gestire tutto al meglio, e questo mi ha sostenuta nell’arco della giornata aiutandomi ad essere serena e a godermi ogni momento.
Sicuramente non abbiamo potuto vivere appieno la festa in piazza, ma l’esperienza da volontaria mi ha arricchita in modo differente, cambiare il punto di vista di esperienze che ho sempre vissuto da ‘ospite’ è emozionante, fa riflettere su quanto impegno ci sia dietro ogni cosa”. (Alessia Rodio – San Francesco D’Assisi, Crispiano)

“Essere discepolo significa avere la disposizione permanente di portare agli altri l’amore di Gesù e questo avviene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro, in una strada. Dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco (127)
E’ la preghiera con cui i noi volontari abbiamo dato inizio ad una grande avventura.
Eravamo circa 150 accomunati da un unico intento: permettere che ciascuno potesse partecipare all’evento pienamente e in modo gioioso.
Accogliere i gruppi ai parcheggi, gestire i flussi alle banchine delle metro, indirizzarli verso la destinazione con info e consigli.
Essere operativa e attiva dalle 04.00 alle 15.00, è stato fisicamente stanchevole ma totalmente appagante. Anche se non sono riuscita a vedere il Papa! Peccato, eh sì, ma era una probabilità che avevo messo in conto. Ma il Papa mi ha comunque toccato il cuore ed emozionata. In famiglia ci si aiuta, e nella grande famiglia di AC era questo il mio compito. Alla prossima!” (Rosa Marinò – Madonna del Rosario, Statte).

E quindi… Un abbraccio a braccia aperte per raggiungere tutti.
Mariangela Di Geronimo

Eletta la nuova Presidenza di AC

Di seguito la comunicazione, a tutti i soci, dell’Assistente Unitario Don Carmine Agresta

Carissimi,

dopo l’assemblea diocesana tenutasi il 18 febbraio u.s. nella quale è stato eletto il nuovo Consiglio Diocesano della Azione Cattolica, sono stati definiti i nuovi incarichi associativi.

S.E. Mons. Arcivescovo ha riconfermato nella carica di Presidente Diocesano la Dott.ssa CRISTIANO LETIZIA della parrocchia S. Famiglia in Taranto, al suo secondo mandato dopo l’esperienza del primo triennio/quadriennio. A Mons. Miniero il grazie per la sollecitudine con cui ha risposto al desiderio di tutta l’Associazione, segno della cura e dell’attenzione del presule per la vita di una realtà che collabora strettamente con la Gerarchia per il servizio nella Chiesa e la sua missione nel mondo. Come consuetudine è stata presentata all’Arcivescovo dal Consiglio Diocesano una terna di nomi da cui è stata scelta la nuova Presidente.

Il Consiglio Diocesano ha poi provveduto, in data 13 marzo 2024, ad eleggere i Vice presidenti di Settore e il Responsabile dell’ACR nelle persone di DANIELE PANARELLI (Vice Presidente Adulti Uomini) della parrocchia Maria SS. Immacolata di San Giorgio Jonico, ANGELA MIOLA (Vice Presidente Adulti Donne) della parrocchia S. Maria della Neve di Crispiano, COSIMO SPEZIO (Vice Presidente Giovani Uomini) della parrocchia S. Maria del Monte Carmelo di Martina Franca, PANARELLI SARA (Vice Presidente Giovani Donne) della parrocchia Maria SS. Immacolata di San Giorgio Jonico, PETROSILLO MARIA ROSARIA (Responsabile ACR) della parrocchia Maria SS. Immacolata di San Giorgio Jonico.

Ricomincia così il cammino della nostra Associazione nel segno della continuità con la storia che ci ha preceduto ma anche nella consapevolezza di nuove sfide che ci attendono. Il quadriennio che lasciamo alle spalle non è stato un periodo facile. Il Covid 19 ha segnato profondamente la nostra esperienza di uomini e di credenti. Ci ha mostrato l’evidenza della fragilità della condizione umana e anche la nostra fede è stata messa in crisi. Ci siamo sentiti disorientati e, dopo un primo periodo in cui ci siamo compattati intorno ai grandi valori umani e cristiani, ci siamo ritrovati ancor più individualisti di prima.

Ma è stato anche un periodo di grande fecondità sul piano pastorale. Abbiamo provato ad immaginare nuove strategie pastorali, soprattutto durante il lockdown, per raggiungere con fatti e parole di speranza i nostri fratelli in difficoltà. Abbiamo soprattutto capito che la sempre nuova e più grande strategia di evangelizzazione è la cura delle relazioni, in cui ci siamo spesi, in particolare, come Presidenza.

Ora, nel triennio che ci sta davanti, sentiamo che siamo chiamati a rimetterci in gioco, facendo appello alla nostra più autentica vocazione battesimale, in piena adesione al cammino sinodale che la Chiesa ci chiede di vivere in questo periodo storico. Intuiamo che un grande coraggio e una certa audacia sono necessari, sul piano pastorale e della testimonianza di fede, per sfondare il muro di indifferenza che si innalza sempre più intorno a noi. Ci conforta e ci sostiene in questo compito il mandato che il Signore ha affidato alla sua Chiesa: “Andate in tutto il mondo e fate discepoli tutti i popoli…” (Mt 28, 19) e la sete di infinito presente nel cuore di ogni uomo che attende di essere colmata. Sentiamo infine, la fiducia e l’incoraggiamento del nostro nuovo Arcivescovo che ci spinge ad essere “Testimoni di tutte le cose da Lui compiute”.

Nel salutarvi, giungano ai nuovi incaricati diocesani e a tutta l’Associazione, i più sinceri auguri di un proficuo e fecondo lavoro pastorale e, vista l’imminenza delle feste pasquali, di una santa Pasqua di risurrezione.

Taranto, 15 marzo 2024

Don Carmine Agresta

A braccia aperte, incontro nazionale con Papa Francesco

Carissimi AmiCi,

il 25 aprile sembrava una data lontana ed invece manca pochissimo all’incontro nazionale, “A braccia aperte”, con Papa Francesco…

Il 25 ci ritroveremo in piazza S. Pietro! Sarà un bellissimo momento di festa, per tutti: ragazzi, giovani, adulti di Ac e non solo per continuare a costruire la Chiesa che sogniamo!
​Chi ha partecipato a questi momenti sa bene quanto facciano bene e quanto rilancino l’entusiasmo, restando impressi nella mente e nel cuore.

NOTE TECNICHE – ARCIDIOCESI DI TARANTO

Come già comunicato ai vostri responsabili parrocchiali, come centro diocesano abbiamo prenotato un pullman che partirà da Taranto.

Il costo è di 65 euro (67 per i non tesserati di AC), comprende viaggio A/R, il pagamento del checkpoint per l’ingresso a Roma (con scarico e carico partecipanti presso Terminal Gianicolo) e il Kit del partecipante (zainetto, cappellino, PASS, laccetto e bandana).

Per la prenotazione potete contattare Mariangela Di Geronimo al 3286715714.

Comunicazione per i referenti dei pullman parrocchiali e gruppi autonomi

I kit dovranno essere pagati entro e non oltre il 10 marzo a mezzo bonifico bancario all’IBAN IT05K0538715801000043056329 intestato a: Azione Cattolica Italiana Presidenza Diocesana – Causale: pagamento (numero) kit, specificando la parrocchia richiedente.

Ogni parrocchia dovrà provvedere autonomamente al pagamento della quota assicurativa per i non soci (2 euro).

Al seguente indirizzo la procedura per l’assicurazione dei non soci, https://assicuraci.it/non-soci/

Per qualsiasi dubbio o chiarimento contattate Mariangela (3286715714)

Entro il 20 aprile tutti i referenti parrocchiali dovranno provvedere ad inviare l’elenco dei partecipanti alla referente diocesana.

VOLONTARI: Affinché la giornata si svolga nel migliore dei modi, dal CENTRO NAZIONALE chiedono la nostra collaborazione. C’è bisogno di volontari! Le mansioni principali previste saranno:
• l’assistenza e l’accoglienza dei partecipanti nelle aree previste per l’arrivo e la partenza;
• l’accoglienza e l’assistenza in piazza San Pietro
• il servizio ai punti informazione;
• l’assistenza durante le attività ed ogni altra necessità del momento.
I volontari possono essere giovani o adulti, ma non sono ammessi minorenni.
Coloro che si renderanno disponibili, dovranno essere a Roma dal 24 aprile 2024, non oltre le 12:00 per un momento di sopralluogo, formazione e preparazione alle mansioni sopra indicate.
Ai volontari verrà offerto dal Centro nazionale il vitto e l’alloggio per la notte tra il 24 e il 25 aprile, ma dovranno provvedere autonomamente alle spese di viaggio.Scadenza iscrizioni 15 marzo 2024.

«Voi laici di Azione Cattolica potete aiutare la Chiesa tutta e la società a ripensare insieme quale tipo di umanità vogliamo essere, quale terra vogliamo abitare, quale mondo vogliamo costruire. Anche voi siete chiamati a portare un contributo originale alla realizzazione di una nuova “ecologia integrale”: con le vostre competenze, la vostra passione, la vostra responsabilità». Le parole di papa Francesco riscaldano i cuori, generano passioni, stimolano impegni.

Ci vediamo tutti a Roma… 😉

ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DIOCESANO DI AZIONE CATTOLICA

E’ stato eletto, domenica 18 febbraio, il nuovo consiglio diocesano dell’Azione Cattolica per il triennio 2024-2027.

Il neo consiglio eletto risulta così composto, per il Settore Adulti:

Panarelli Daniele con voti 80;

Cristiano Letizia con voti 73;

Iavernaro Vita con voti 47;

Miola Angela con voti 46;

Labalestra Guglielmo con voti 42.

Per il Settore Giovani:

Spezio Cosimo con voti 87;

Panarelli Sara Maria con voti 57;

La Gioia Elio Simone con voti 43;

D’Ambrosio Rosanna con voti 39;

Angelillo Daniela con voti 38.

Per l’articolazione (ACR):

Zani Tecla con voti 71;

Petrosillo Maria Rosaria con voti 43;

Vitale Michele con voti 38;

Del Vento Claudia con voti 27;

Parisi Adriana con voti 13;

L’elezione è stata la parte finale dell’intensa giornata che è iniziata con la celebrazione della Santa Messa presieduta dall’arcivescovo S.E.R. Mons. Ciro Miniero.

L’arcivescovo durante l’omelia ci ha spronati ad essere dei buoni e credibili testimoni del Vangelo in tutti gli ambienti della nostra vita e ci ha ricordato che l’Azione Cattolica ha un particolare segreto affinchè questo si possa realizzare: “fare associazione, fare comunità voi non vi scegliete all’interno di una parrocchia, in un’associazione, non vi scegliete ognuno risponde poi vi ritrovate, vi ritrovate per poter essere testimoni. Ma testimoni come? Attraverso il vostro vivere insieme, attraverso una ricerca del bene che fate insieme, attraverso lo sforzo di guardare sempre in avanti nella prospettiva che il Signore ci chiede, di costruire il bene perché le generazioni possano sperimentare il bene che è Gesù Cristo e questo amore diventa la forza del vostro vivere come persone che aderiscono ad un progetto. Un progetto di chiesa, un progetto di amore, un progetto di comunità che rende nuovo, attraverso l’impegno e la testimonianza ,il mondo in cui si vive. Il Signore dia a tutti la forza per poter camminare sempre in questa dimensione e non fermarci mai in tutti i momenti della vita nella ricerca del bene per tutti e nella ricerca del costruire il bene attraverso l’impegno di ciascuno”.

Al termine della celebrazione è avvenuta la consegna, ufficiale, delle nomine ai presidenti parrocchiali da parte dell’arcivescovo.

La mattinata è proseguita con gli interventi e saluti dei delegati del consiglio nazionale, Diego Grando e regionale, Mimmo De Palo; con le relazioni finali della presidente diocesana, Letizia Cristiano, dei vicepresidenti del Settore Adulti, Antonella Caputo e Pasquale Massafra, del vicepresidente del Settore Giovani, Guglielmo Labalestra, del segretario MSAC, Simone La Gioia, della Responsabile e vice dell’ACR, Tecla Zani e Mariangela Di Geronimo che hanno, successivamente, presentato all’assemblea la nuova EDR, l’Equipe Diocesana dei Ragazzi.

I ragazzi hanno dato lettura del documento, risultato delle riflessioni avvenute nei consigli parrocchiali dei “piccoli”.

Il lavoro è partito dalla parole di Papa Francesco all’AC: “Voi laici di AC siete chiamati a rinnovare la scelta missionaria”, i piccoli soci si sono interrogati su come poter essere dei ragazzi missionari e a quale missione sono stati chiamati. Confrontandosi hanno trovato dei punti in comune: “i ragazzi missionari scelgono di testimoniare Gesù in tutti gli ambienti di vita”e i luoghie più urgenti della missione sono risultati le proprie case, la scuola e la palestra, il luogo dove fanno sport.

Terminate le presentazioni e le relazioni si è proseguito con la presentazione dei candidati e l’apertuare dei seggi elettorali.

I lavori assembleari sono proseguiti, nel pomeriggio, sotto la presidenza di Remo Pezzuto, referente provinciale di Libera Taranto e la segretaria dell’assemblea, Gabrella Iavernaro, con la discussione degli emendamenti, proposti dalle parrocchie, al documento assembleare. Il documento finale, approvato, diventa la linea guida programmatica per il triennio appena iniziato.

Alla chiusura dei seggi, la commissione elettorale con i membri dei seggi, iniziato con lo spoglio e il conteggio dei voti. Nel tardo promeriggio i risultati con la proclamazione degli eletti.

Grazie a chi ha lavorato in questi anni per rendere sempre più bella l’AC e auguri di buon cammino al nuovo consiglio diocesano.

Mariangela Di Geronimo

La Chiesa che Sogniamo: Immaginando un Futuro di Comunione, Partecipazione e Missione

A cura della Presidenza Diocesana

La Chiesa che sogniamo” è questo il titolo dell’incontro nazionale delle presidenze diocesane di Azione Cattolica. In più di 700 responsabili associativi e assistenti si sono ritrovati a Castel Gandolfo per una ricchissima esperienza di tre giorni.

I lavori si sono aperti con il Presidente Giuseppe Notarstefano: ha sottolineato quanto sia importante oggi essere associazione ed esserlo nel territorio per uscire fuori da quella “logica del Colosseo”, che pericolosamente attraversa il nostro tempo e ci rende solo spettatori passivi e virtuali di ciò che accade nel reale della nostra storia. La giornata è proseguita con un Walkabout sulla gratuità e si è conclusa con lo spettacolo “Cammelli a Barbiana” che ripercorre la vita di don Lorenzo Milani, figura molto cara al Movimento Studenti di Azione Cattolica.

Dal secondo giorno tutto si anima con i gruppi sinodali al centro del cammino della chiesa in questo tempo e mezzo attraverso il quale sognare insieme il ruolo dell’AC nella vita delle nostre parrocchie e delle nostre diocesi. La riflessione della mattina, guidata dalla Teologa e Pastora Evangelica Battista Lidia Maggi, ha avuto come fulcro la domanda “cosa ci appassiona?”. Partendo dalla lettura di alcuni estratti del Cantico dei Cantici e, facendoci accompagnare sapientemente da Lidia, abbiamo potuto rimettere in discussione le motivazioni prime che muovono il nostro stare nella chiesa, il nostro essere membra vive e operose del tessuto ecclesiale.

E poi il via ai gruppi sinodali dove i partecipanti hanno potuto sperimentare attraverso la metafora dell’albero e dei suoi elementi le fasi del cammino sinodale che la chiesa sta vivendo. La metafora dell’albero individua le tappe sinodali: le radici corrispondono alla fase narrativa, quella sapienziale è individuata dalla ricchezza dei rami, le foglie rappresentano la fase profetica e i frutti sarà la concretezza del cammino assembleare. Un’occasione quella dei gruppi sinodali per mettere in pratica quel progetto stupendo di Chiesa che è contenuto in Evangelii Gaudium(documento programmatico di Papa Francesco per la vita della Chiesa) e che chiede a tutti i membri delle comunità di mescolarsi, di conoscersi e di vivere in una comunione matura e significativa. 

Certamente questa esperienza di cantiere sinodale non è solo per la nostra associazione! Questo è stato rimarcato diverse volte, in particolare durante la tavola rotonda con Paolo Bovio, padre Bernardo Gianni, Antonella Sciarrone Alibrandi e il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante come moderatore. Dal dibattito è emerso come questa esperienza di sinodo possa essere una grande occasione per tutta la Chiesa e per il Paese in un tempo in cui c’è bisogno di Azione Cattolica!

Non è questo un percorso da fare da soli: la cura verso tutti va condivisa e fa parte della responsabilità di ciascuno come è emerso durante la presentazione del libro del presidente Notarstefano. Attraversare. Visioni. Processi. Sete. Germogli. La città che sale. 

Sei parole in cerca di cielo e di terra, di relazioni e Assoluto, preghiera e politica, sorriso e fraternità. Sei parole che ci aiutano a una lettura della realtà senza per questo nascondere fragilità, percorsi di crisi, transizioni e domande sul futuro. Perché nessuno si salva da solo.

Durante l’incontro hanno partecipato ai gruppi sinodali numerosi vescovi che sono stati compagni di questo sogno di Chiesa di questi giorni. Non è mancata la partecipazione colma di stima e affetto da parte del Presidente e del Segretario della CEI il Card. Matteo Zuppi e Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Baturi. Proprio il Cartdinale Zuppi ha invitato l’AC a continuare ad essere al servizio a partire dagli ultimi, dagli scartati; solo partendo da essi l’amore ci coinvolgerà e a essere creativi di comunità. 

Un servizio, quello dell’AC, che è in continua rigenerazione e che sempre deve “lasciarsi guidare dalla Creatività dello Spirito” ci ha detto Mons. Giuliodori nella messa conclusiva dell’incontro. Un servizio che non può fare a meno delle alleanze che l’associazione stringe a livello locale e nazionale con tante associazioni di natura ecclesiale e civile.

In ultimo, un servizio che sia gioioso come ci ha ricordato il presidente Notarstefano nel suo discorso conclusivo. Un’ associazione di laici che vivono nel tempo in cui sono immersi, che sono capaci di abbracciare e amare questo tempo sull’orma di quanto tracciato dal presidente Bachelet. Una AC sempre aperta e dove ci sia spazio per tutti che sappia essere spazio ed esperienza di fraternità sinodale.

Numerose sono state le provocazioni ricevute dai diversi ospiti in questi giorni e sicuramente c’è tanto da fare… ma proprio sulla strada di casa è bello ripensare alle parole piene di fiducia che il beato Piergiorgio Frassati caro alla nostra associazione usò: “l’avvenire è nelle mani di Dio e meglio di così non potrebbe andare”. Una frase che non ci deve de-responsabilizzare, non ci deve far stare comodi in poltrona come ci mette in guardia Papa Francesco, anzi è la certezza che solo insieme al Signore la nostra strada si aprirà. Buon Cammino AC!

“Armida Barelli: donna, custode di generatività e apostola”

A cura dei Giovanissimi/Giovani di AC parrocchia S.PIO X

Nella giornata del 22 aprile 2023 Papa Francesco ha ricevuto in Udienza, in Piazza San Pietro, l’Azione Cattolica Italiana, l’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, in ringraziamento per la beatificazione di Armida Barelli, avvenuta a Milano lo scorso 30 aprile 2022.

Armida Barelli è stata un’educatrice italiana, cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dirigente dell’Azione Cattolica Italiana, cofondatrice delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo e cofondatrice dell’Opera della regalità di Nostro Signore Gesù Cristo. Quest’ultima ebbe anche un’attenzione speciale per l’evangelizzazione, in particolare in Cina, dove sostenne la nascita di un istituto religioso femminile oggi diffuso e vitale, le Missionarie Francescane del Sacro Cuore di Gesù.

La “sorella maggiore”, così si faceva chiamare, con la sua opera ha contribuito in maniera decisiva alla promozione delle giovani donne cristiane nella prima metà del Novecento, al processo di integrazione tra Nord e Sud, estendendo la sua azione anche in campo internazionale. Un lavoro che ha saputo coniugare fiducia in Dio e concreta efficienza organizzativa, fedeltà alla Chiesa e ai suoi pastori, frutto della consapevolezza del contributo delle donne laiche nella Chiesa e della determinata convinzione circa la funzione decisiva dell’associazionismo organizzato, strutturato sul piano nazionale e articolato a livello locale.

A tal proposito, durante l’udienza il Papa nel suo discorso ha messo in evidenza alcuni tratti importanti della sua figura: “La donna è custode privilegiato della generatività che si può realizzare grazie al dialogo di reciprocità con l’uomo. La Barelli è stata tessitrice di grandi opere e lo ha fatto realizzando una trama formidabile di relazioni, girando in lungo e in largo l’Italia e tenendo contatti con tutti. […] Anche rispetto al tema della leadership femminile in ambito ecclesiale e sociale – di cui la Barelli può essere considerata formidabile anticipatrice – abbiamo bisogno di un modello integrato, che unisca la competenza e la prestazione, spesso associate al ruolo maschile, con la cura dei legami, l’ascolto, la capacità di mediare, di mettere in rete e di far crescere le relazioni, a lungo ritenute appannaggio del genere femminile e spesso sottovalutate nel loro valore produttivo. […], il secondo tratto della Beata è essere apostola. […]  Essere apostole e apostoli vuol dire essere laiche e laici con passione, appassionati del Vangelo e della vita, prendendosi cura della vita buona di tutti e costruendo percorsi di fraternità per dare anima a una società più giusta, più inclusiva, più solidale. Ed è importante fare tutto questo insieme, nella bellezza di un’esperienza associativa che, da un lato, allena a saper ascoltare e dialogare con tutti e, dall’altro, esprime quel “noi più grande” che educa alla vita ecclesiale, vita di popolo che cammina insieme.”

La diocesi di Taranto, e noi giovani dell’Azione Cattolica, abbiamo risposto a questo invito, unendoci al ringraziamento e alla grande assemblea presente in Piazza San Pietro al cospetto del Papa.

 L’incontro con il Papa è stata un’esperienza emozionante, indimenticabile e significativa per il nostro percorso di fede e per la nostra vita. Abbiamo fatto nostro il messaggio del Papa rivolto alle nuove generazioni, sull’importanza dell’esempio di Armida per noi giovani e sull’importanza di onorare la memoria di coloro che hanno fatto la storia. Inoltre, il Papa ha parlato del valore dell’educazione e della formazione di noi ragazzi affinché possiamo divenire noi, per primi, leader di esempio come la beata Armida Barelli, sui valori di umanità, giustizia e solidarietà.

(Chiara Brunetti, Michela e Luciana Saliva, Arianna Falcone, Laura Manfra – ACGiovanissimi e Daniela Angelillo – ACGiovani)

Il racconto della scuola associativa

A cura di Angela Giungato & Fabio Mancini

“La formazione è un impegno che qualifica l’Azione Cattolica”.

Da questa affermazione presente nel Progetto Formativo di A.C.I. e dalla profonda convinzione e volontà della Presidenza Diocesana è nata l’esigenza di offrire ai responsabili e ai soci di A.C.I. una Scuola Associativa che rispondesse ai loro bisogni formativi.La priorità metodologica è stata quella di rendere protagonisti i partecipanti in tutte le fasi dell’iniziativa: dalla scelta della tematica, tramite un questionario on-line somministrato a tutti i responsabili parrocchiali, alla modalità soprattutto laboratoriale degli incontri, fino alla stesura di un progetto realizzabile nelle realtà parrocchiali della nostra Diocesi.

Il tema indicato è “Laici di Azione Cattolica fedeli al Vangelo in questo nostro tempo”.

Dalla lettura nei laboratori sono emerse tre emergenze rispetto al tema generale: la dimensione del tempo nella società contemporanea anche alla luce delle esperienze vissute durante la pandemia; il dialogo tra generazioni; la sfida delle nuove forme virtuali di comunicazione.

A questo punto sono intervenuti in due incontri tre esperti che hanno aiutato a leggere con competenza le problematiche emerse: il dott. Ignazio Punzi come psicologo; la dott.ssa Carmen Sale come sociologa; don Salvatore Miscio che ha curato il taglio ecclesiale e associativo nel particolare momento sinodale. Luca Micelli e Monica Del Vecchio hanno raccontato come l’esperienza formativa e comunitaria vissuta in Azione Cattolica ha profondamente segnato la loro vita di laici impegnati nella famiglia, nella professione, nella Chiesa. Nell’ultimo incontro i gruppi hanno elaborato due progetti sui temi trattati: uno sull’alfabetizzazione informatica e ai social tenuta da giovani per gli anziani e l’altro sulla custodia del creato per giovani e adulti.

La Scuola, che si è svolta con momenti precisi durante tutto l’anno associativo, si è conclusa con la soddisfazione dei circa 50 partecipanti, che hanno auspicato una ripresa dell’esperienza per l’anno prossimo.

– Angela Giungato

Venerdì 14 aprile si è concluso il percorso formativo della scuola associativa di Azione Cattolica della Diocesi di Taranto. Ispirato al valore della formazione come impegno ed esperienza qualificante, l’iter è iniziato nel mese di settembre con il primo incontro durante il quale i partecipanti si sono interrogati sul “nostro tempo”: bisogni, urgenze e cambiamenti che hanno trasformato la nostra società e conseguentemente il nostro (nuovo) modo di comunicare, con la consapevolezza di riconsiderare le relazioni intergenerazionali in un nuovo clima culturale. Per questo motivo, nel secondo incontro, è stato necessario che qualcuno, con la sua competente esperienza formativa e scientifica, “raccontasse” e spiegasse i cambiamenti intervenuti nell’attuale contesto sociale in modo da orientare le scelte educative, le prassi pastorali e le eventuali attività formative parrocchiali. L’occasione è stata propizia per approfondire diversi aspetti dell’attuale areopago culturale attraverso una lettura sociologica, pedagogica, psicologica e antropologica.

In seguito all’analisi delle dimensioni implicate nei processi educativi e comunicativi, il percorso formativo ha previsto, nel terzo incontro, la conoscenza di una reale e concreta esperienza progettuale in “azione” che consentisse di fare memoria e tesoro della ricchezza germinale delle esperienze associative come risposte ai bisogni del nostro tempo in cui l’azione non è un semplice ‘fare’ ma è opera di discernimento e di evangelizzazione. Infine l’ ultimo incontro ha segnato il passaggio alle proposte attraverso cui siamo chiamati a “progettare” percorsi educativi rispondenti ai bisogni del nostro tempo in sintonia con gli orientamenti del Progetto formativo (2004) secondo cui questo è tempo di missione e “la comunità e in essa l’associazione devono trovare parole e forme nuove per comunicare il Vangelo ed entrare in dialogo con un mondo in cambiamento”. Noi ci abbiamo provato!

– Fabio Mancini

Taranto: una città che si racconta…

A cura della Presidenza Diocesana

Tra qualche giorno la nostra città accoglierà l’esperienza segno realizzata dal Settore Adulti e dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica. Ogni anno infatti, l’Azione Cattolica ed in particolare la presidenza nazionale, sente forte l’esigenza di mettersi in ascolto di un territorio che vive una situazione di disagio, difficoltà e precarietà.

Nel corso degli anni questo ormai consolidato appuntamento ha visto protagonisti i luoghi più disparati del nostro Paese, da Lampedusa, per ascoltare il parroco dell’isola, don Carmelo La Magra, e gli abitanti sull’emergenza immigrati, passando per Arquata del Tronto, tra gli sfollati a causa del terremoto, e poi Genova, tra coloro che avevano perso tutto dopo il crollo del ponte Morandi.

Lampedusa, Arquata del Tronto, Genova e Taranto. Luoghi distanti geograficamente e culturalmente ma con un minimo comune denominatore: il desiderio sconfinato degli uomini di essere ascoltati! La chiesa ci sta dimostrando in questo tempo quanta tenacia ci voglia per mettersi in ascolto, per farsi toccare e, se necessario, ferire dalle storie degli uomini e delle donne del nostro tempo.

Da venerdì 26 a domenica 28 agosto i delegati delle diocesi e la presidenza nazionale saranno accompagnati alla scoperta della nostra città, l’esperienza infatti si intitola “Taranto: una città che si racconta tra sofferenza e speranza”. Il ricco programma, stilato con il supporto dell’ufficio diocesano per i Problemi Sociali e il lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato, prevede la presenza dei rappresentanti di importanti realtà locali: l’Autorità di Sistema Portuale, Comune di Taranto, CISL, Peacelink, Ordine dei Medici di Taranto e mondo accademico.

Durante l’esperienza sono previste anche delle visite sul territorio, è infatti toccando con mano la sofferenza e le grandi ricchezze della città jonica che i partecipanti potranno vedere con i propri occhi quanto ascoltato durante i workshop. In particolare sono previste visite al quartiere Tamburi, al Castello Aragonese e in città vecchia.

Nella serata di sabato 27 agosto uno dei momenti più intensi della tre giorni sarà la cena-racconto presso il ristorante “Articolo 21”, si tratta di un ristorante sociale che offre lavoro a detenuti in cerca di riscatto, migranti e ragazzi provenienti dalle periferie della città.

Non ci resta che augurare buon ascolto a coloro che parteciperanno a questa preziosa esperienza, ci piace farlo con le parole di Sant’Agostino: “Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore”. “Nolite habere cor in auribus, sed aures in corde” (Sermo 380, 1: Nuova Biblioteca Agostiniana 34, 568).