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Esperienza segno, nel segno di Taranto

A cura di Antonella Caputo – Vicepresidente Adulti

Un importante appuntamento nella nostra città ha caratterizzato 3 giorni di questo fine agosto. L’AC nazionale negli ultimi anni ha preso l’impegno di visitare alcuni luoghi, sul territorio italiano, che abbiano una particolare situazione di difficoltà e di sofferenza: dopo Lampedusa, Arquata del Tronto e Genova, l’attenzione è stata rivolta alla città di Taranto.

I motivi sono noti: dalla situazione grave e intricata dell’inquinamento ai livelli di disoccupazione e alla critica situazione sanitaria, alcuni delegati regionali e nazionali hanno voluto far sentire la presenza tangibile dell’associazione. Ad accoglierli la presidenza diocesana, alcuni esponenti del consiglio e del MLAC.

Dal 26 al 28 agosto, quindi, la nostra Diocesi ha avuto il piacere di ospitare un convegno che non aveva le caratteristiche di semplice presa di coscienza della nostra situazione, ma abbiamo assistito a considerazioni mirate, analisi e idee da parte di esperti. Taranto è una città ferita e troppo spesso i suoi abitanti si sentono abbandonati e delusi ma non hanno mai smesso di far sentire la loro voce e questo è stato subito chiaro ai nostri ospiti. L’introduzione ai lavori è stata curata da Tommaso Marino, segretario nazionale MLAC e da Paolo Seghedoni, vicepresidente nazionale settore Adulti.

Gli interventi non sono stati certo banali, come, per esempio, quello di Roberto Settembrini, segretario dell’Autorità Portuale di Taranto, che ha illustrato la grande potenzialità del turismo crocieristico, informandoci dei passi che si stanno facendo in questo senso in sinergia con il Comune, descrivendo ciò che si può realizzare sul nostro territorio. Gianfranco Solazzo, segretario CISL, ha tratteggiato il quadro non roseo della situazione lavorativa, ma costantemente monitorato; l’assessore ai Lavori Pubblici Mattia Giorno ha parlato di impegno sostenibile per quanto riguarda la mobilità. A seguire il fondatore di PeaceLink, Alessandro Marescotti, certamente una voce autorevole nel campo ambientalistico, ha presentato vari luoghi con problemi analoghi a quelli di Taranto mostrando studi fatti e dati economici-produttivi. Annamaria Moschetti, presidente della commissione ambiente dell’Ordine dei Medici di Taranto, ha esposto la situazione epidemiologica attuale e come si sia sempre impegnata in ogni modo nel portare la voce di Taranto a chi di dovere.

I lavori sono stati arricchiti dalla presenza di una realtà di imprenditoria giovanile locale “Tramandare”, un brand innovativo che coniuga sostenibilità, cultura e passione per il territorio. Ai relatori sono state consegnate delle t-shirt realizzate da questa bella realtà raffiguranti in chiave moderna simboli appartenenti alla città.

La lucida relazione di don Antonio Panico purtroppo ha evidenziato, senza mezzi termini, che il problema ambientalistico di Taranto sembra essere evitato dalle forze politiche, come una fatalità che ormai ci è capitata e che la popolazione deve sopportare. Il convegno si è concluso col saluto del nostro assistente Don Carmine Agresta e don Fabrizio De Toni, assistente nazionale Adulti.
Quello che, comunque, si è capito è che Taranto non ha voglia di soccombere, che ha potenzialità e possibilità, che ha gente che lotta per lei e per le sue bellezze. E infatti , oltre le analisi e le relazioni tecniche, l’AC di Taranto ha voluto offrire agli ospiti un po’ di questa bellezza accogliendoli con calorosità ( anche climatica! )
La Diocesi di Taranto ha accompagnato gli ospiti alla visita del quartiere Tamburi per far conoscere questo luogo simbolo, ma hanno visto anche il Ponte Girevole e il Ponte di pietra, hanno ammirato un ipogeo e la Cattedrale di San Cataldo, hanno visitato alcuni luoghi della Città Vecchia che va pian piano riqualificandosi. Ed hanno gustato una vera cena tarantina.
Una tre giorni ricca ed edificante e la delegazione ospite ha scoperto quel lato di Taranto che non viene pubblicizzato in tv, ha visto arte, storia, ha sentito l’odore del mare, la tipicità dei vicoli.

Ed hanno avuto voglia di ritornare e se una città fa scaturire questo desiderio vuol dire che ha qualcosa di prezioso in sé che deve solo venir fuori, come un diamante grezzo che sprigionerà la sua luce.
Il lavoro della nostra Diocesi è stato importante ed è riuscito bene grazie all’impegno degli organizzatori che hanno curato l’accoglienza, gli spostamenti e il benessere degli ospiti, per far sì che il loro soggiorno da noi fosse piacevole.

Grazie a loro e ai sacerdoti che hanno curato le celebrazioni: don Carmine, don Antonio Panico, don Fabrizio De Toni e monsignor Paolo Oliva.
E grazie alle suore dell’Istituto Maria Immacolata di Taranto che ci hanno offerto una perfetta e curatissima ospitalità.

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