Lo sguardo dei giovani

A cura di Alessia Colucci – Consigliere diocesano

Pandemia, lockdown, Covid-19, queste sono solo alcune delle parole che, ammettiamolo, hanno segnato in maniera totalizzante ogni aspetto della nostra vita da marzo 2020 fino ancora ad oggi. In questo tempo e in questa prospettiva, inevitabilmente, è stato segnato il nostro cammino come giovani di Azione Cattolica, un po’ perché non potevamo certo esimerci dal rispetto delle regole imposte dal Governo, su richiesta della comunità medica e scientifica, in quanto segno di quella responsabilità civile a cui tanto aneliamo come associazione e come singoli, ma soprattutto perché, il cammino di un giovane in AC coincide con la sua vita nella società. 

È così che si sono affacciati i primi sentimenti di solitudine, tristezza, sconforto, che hanno accompagnato la quotidianità di, forse, ogni ragazzo, più in generale di ogni essere umano, che si sia improvvisamente trovato a mettere in pausa ogni aspetto sociale della propria vita. Scuola, università, lavoro, parenti, amici, incontri, convegni, feste, ogni cosa è stata sospesa, per più o meno tempo, o rivoluzionata nel suo funzionamento, comportando un ovvio spaesamento di ciascuno di noi. 

È proprio in questo momento che all’interno delle nostre teste inizia a rimbombare la necessità di sentirci più vicini, anche se a distanza, e di poter continuare a sostenerci, affiancandoci l’uno al cammino dell’altro. E come farlo? 

Come équipe giovani, abbiamo pensato che sfruttare i social fosse un modo semplice ed efficace per provare ad arrivare a tutti. Crediamo fortemente nella potenza della comunicazione, e nell’idea che, se usati nel modo corretto, i social e le tecnologie possano essere una risorsa fondamentale, soprattutto in tempi in cui la vicinanza fisica potrebbe essere più un rischio che un aiuto. 

Abbiamo sentito l’esigenza di continuare a tenere i contatti con chi nelle parrocchie cerca di prendersi cura dei ragazzi della nostra diocesi, provando ad incontrarci online, a chiacchierare, ma anche a chiederci di cosa, in questi mesi, sentiamo necessità. 

Nell’ottica del riscoprire la bellezza, anche in momenti in cui questa ci sembra poco visibile, abbiamo scelto di “adorare il lunedì”, di guardarci intorno e di saper riscoprire che, proprio nel giorno che un po’ tutti detestano, possiamo ripartire nel segno della bellezza, ricaricati dall’ascolto della Parola della domenica e dalla promessa di viverla nella vita di ogni giorno. Rifacendoci all’iniziativa nazionale, ogni lunedì chiediamo a dei ragazzi delle nostre parrocchie di raccontarci, con immagini, video o frasi, il loro personale “adoro il lunedì “, pubblicando poi il tutto sui nostri canali social, affinché lo sguardo gioioso di uno possa contagiare quello di tanti. 

Abbiamo, inoltre, dato avvio ad un’iniziativa social chiamata “ti devo dire un fatto”, con la quale ogni mercoledì sui nostri social proviamo a dare degli spunti di riflessione su alcuni temi che sentiamo, in un momento così delicato, importanti da affrontare (ad esempio abbiamo affrontato il tema dell’immobilismo nel tempo attuale, della relazione con Dio, della solitudine e della relazione con sé stessi). Così per non perdere l’allenamento, anche in un tempo in cui tutto ci sembra fermo, cerchiamo di interrogarci e di chiederci cosa non va, cosa possiamo fare come giovani e come possiamo migliorarci. 

Tutto questo perché non possiamo e non dobbiamo mai perdere i contatti con ciò che accade nel mondo e, anche nella difficoltà, saper essere fermento vivo di una società che non può “arrendersi” alla prospettiva di una vita in stand-by. Per questo vogliamo impegnarci personalmente, per quello che ci è possibile, a sentirci sale della Terra e a fare in modo che anche la più piccola porzione di storia che tocchiamo possa prendere sapore dal nostro entusiasmo e dalla nostra freschezza. 

È ovvio che speriamo di poterci riabbracciare tutti il prima possibile, ma nell’attesa di poter di nuovo stringerci la mano, sorridere a viso scoperto e fonderci in un grande abbraccio, vogliamo augurarci di saper vivere ogni momento che ci viene affidato da Dio con sguardo critico, interrogatorio, ma soprattutto tenero e aperto a tutti.