Taranto: una città che si racconta…

A cura della Presidenza Diocesana

Tra qualche giorno la nostra città accoglierà l’esperienza segno realizzata dal Settore Adulti e dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica. Ogni anno infatti, l’Azione Cattolica ed in particolare la presidenza nazionale, sente forte l’esigenza di mettersi in ascolto di un territorio che vive una situazione di disagio, difficoltà e precarietà.

Nel corso degli anni questo ormai consolidato appuntamento ha visto protagonisti i luoghi più disparati del nostro Paese, da Lampedusa, per ascoltare il parroco dell’isola, don Carmelo La Magra, e gli abitanti sull’emergenza immigrati, passando per Arquata del Tronto, tra gli sfollati a causa del terremoto, e poi Genova, tra coloro che avevano perso tutto dopo il crollo del ponte Morandi.

Lampedusa, Arquata del Tronto, Genova e Taranto. Luoghi distanti geograficamente e culturalmente ma con un minimo comune denominatore: il desiderio sconfinato degli uomini di essere ascoltati! La chiesa ci sta dimostrando in questo tempo quanta tenacia ci voglia per mettersi in ascolto, per farsi toccare e, se necessario, ferire dalle storie degli uomini e delle donne del nostro tempo.

Da venerdì 26 a domenica 28 agosto i delegati delle diocesi e la presidenza nazionale saranno accompagnati alla scoperta della nostra città, l’esperienza infatti si intitola “Taranto: una città che si racconta tra sofferenza e speranza”. Il ricco programma, stilato con il supporto dell’ufficio diocesano per i Problemi Sociali e il lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato, prevede la presenza dei rappresentanti di importanti realtà locali: l’Autorità di Sistema Portuale, Comune di Taranto, CISL, Peacelink, Ordine dei Medici di Taranto e mondo accademico.

Durante l’esperienza sono previste anche delle visite sul territorio, è infatti toccando con mano la sofferenza e le grandi ricchezze della città jonica che i partecipanti potranno vedere con i propri occhi quanto ascoltato durante i workshop. In particolare sono previste visite al quartiere Tamburi, al Castello Aragonese e in città vecchia.

Nella serata di sabato 27 agosto uno dei momenti più intensi della tre giorni sarà la cena-racconto presso il ristorante “Articolo 21”, si tratta di un ristorante sociale che offre lavoro a detenuti in cerca di riscatto, migranti e ragazzi provenienti dalle periferie della città.

Non ci resta che augurare buon ascolto a coloro che parteciperanno a questa preziosa esperienza, ci piace farlo con le parole di Sant’Agostino: “Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore”. “Nolite habere cor in auribus, sed aures in corde” (Sermo 380, 1: Nuova Biblioteca Agostiniana 34, 568).

A tutto campo! – Adesioni 2022

Occhi aperti perché a breve partirà la campagna Adesioni 2022 e quest’anno sarà… A tutto campo! Occhi aperti, dicevamo: è la vista che quest’anno desideriamo allenare, riscoprendo la gioia di incrociare lo sguardo dei fratelli e delle sorelle nella vita di ogni giorno e di comunicare, anche attraverso l’incontro visivo, l’entusiasmo di appartenere all’AC, la rete di relazioni che mai ci lascia soli.

Fissi su di lui” (Lc 4,14-21) è l’icona biblica che accompagnerà l’anno formativo che sta per iniziare: in essa cogliamo l’invito a vivere il cammino associativo con «la consapevolezza che qualcosa di diverso deve finalmente succedere» e che «quando c’è attesa, immancabilmente gli occhi si spalancano, lasciando che giunga qualcosa di nuovo e ci scuota, ci liberi, ci rimetta in piedi» (Orientamenti per l’anno associativo 2021-2022).

Fissi, dunque, ma non immobili. Dopo l’esperienza delle chiusure e delle restrizioni dovuti alla pandemia, sentiamo il bisogno di leggere l’invito alla fissità non come ad una fuga da ciò che ci circonda, ma come la chiamata ad allargare lo sguardo, determinati – in questo sì, fissi (forse anche un po’ fissati) – a notare i particolari, a leggere la realtà complessa in cui siamo immersi, a scorgere chi sta ai margini.

Ciascuno di noi può essere il buon giardiniere che fa fiorire la vita associativa, quel campo dove continuare sempre a seminare con passione e tanta cura. Per questo, anche quest’anno potremo contare su alcuni strumenti e materiali molto semplici, a partire dalla della locandina e dal banner, per iniziare a promuovere l’adesione all’Azione Cattolica in parrocchia e sui canali social.

Guardando Gesù, facendoci illuminare dal suo Volto, potremo allenare il nostro sguardo a superare i limiti di un campo visivo ristretto dall’individualismo e dall’autoreferenzialità e arrivare ad incontrare i più fragili, a praticare la fraternità universale, a ritessere relazioni “sfilacciate”, a coinvolgere tutti in una vita associativa davvero… A tutto campo!

Lettera ai soci per gli auguri pasquali

A cura di don Carmine Agresta – Assistente Unitario

Carissimi,

permettete che mi rivolga a voi nell’imminenza della Pasqua per indirizzare a voi tutti e alle vostre associazioni un pensiero augurale. Il momento che stiamo vivendo si sta prolungando ormai da parecchio tempo e siamo un po’ tutti stanchi. Alla fatica delle restrizioni a cui ci ha costretto questa situazione poi, si aggiunge il dolore e la sofferenza per la scomparsa di persone care che, proprio a causa di questa pandemia, son venute a mancare. E, come se non bastasse, anche quest’anno saremo costretti a vivere la Pasqua, sia nella sua dimensione liturgica che in quella familiare, con i ritmi e le possibilità dettati dalle misure di contenimento del contagio. E se, una speranza sembra nascere dalla possibilità data dai vaccini, comprendiamo anche che ancora per lungo tempo dovremo fare i conti con un virus che ha preso ormai cittadinanza tra di noi. Ecco perché quanto mai utile ci sembra il messaggio che ci viene dalla Pasqua per ritrovare le ragioni della speranza.

La prima cosa che non dobbiamo dimenticare è che la risurrezione di Gesù è una realtà che appartiene e riguarda la storia, e la nostra storia in particolare. Alle volte ci approcciamo a questo mistero quasi come se fosse un racconto del passato o un fatto ideale o, peggio ancora, una favoletta con cui consolare i disperati. La risurrezione è un fatto reale che ha cambiato la storia e la creazione e ha impresso in loro un dinamismo che va nella direzione della pienezza e del compimento, per cui stiamo camminando verso il meglio che è già iniziato ma che è ancora da venire, anche se le contraddizioni e le fragilità del mondo antico non sono ancora passate pur se già vinte definitivamente. Non dobbiamo cadere nell’errore di fermarci davanti al sepolcro senza mai entrarci dentro e accorgerci che quella tomba è vuota e la morte ( e tutto ciò che ha il suo sapore…) non ha avuto l’ultima parola. Forse anche noi pensiamo che non ci sia nessuno in grado di rotolare via quel grande masso che occlude l’ingresso del sepolcro e pesa sul nostro cuore? A cosa ci sta preparando questo lungo sabato santo che stiamo vivendo, nessuno lo può sapere, ma siamo certi che la luce del Risorto squarcerà anche questa notte!

La seconda sollecitazione viene a noi dalla Liturgia che celebriamo che ci fa guardare al Mistero pasquale come ad un unico evento celebrato all’interno di un Triduo. La risurrezione di Gesù cioè non appare sulla scena all’improvviso ma avviene il Terzo giorno, dopo il Giovedì e il Venerdì Santo. Quando in definitiva Gesù ci dà testimonianza non solo di aver amato i suoi sino in fondo, sino cioè alla morte di croce, ma nell’istituzione dell’eucaristia ci rende partecipi di questo dono di amore e ci chiede di farne memoria non solo nel rito ma nell’offerta della nostra vita. La grazia e il frutto della risurrezione sono così la conseguenza di una vita offerta al Padre per il bene dei fratelli. Ogniqualvolta che nella nostra vita riusciamo a riproporre questa logica del Cristo la potenza della sua risurrezione non solo rivive in noi ma si attualizza anche attorno a noi. La speranza così non si fonda solo sul nostro desiderio ma sulla riattualizzazione delle scelte di Gesù nella nostra vita.

Non lasciamo allora che la tristezza e lo scoraggiamento prendano il sopravvento ma facciamo spazio alla speranza che nasce da quella tomba vuota e sentiamo per noi le parole del Vangelo di Matteo che ci rassicura di una presenza e di un amore che mai viene meno: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli” (Mt 26, 18).

Buona Pasqua a tutti!

Taranto, 1 aprile 2021