AZIONE CATTOLICA ITALIANA DIOCESI DI TARANTO

ATTO NORMATIVO DIOCESANO

Specificità storico-ecclesiali della Arcidiocesi di Taranto e dell’Azione Cattolica in essa

Le origini paleocristiane dell’arcidiocesi di Taranto trovano un sicuro riscontro storico nella lettera indirizzata nel 494 d.C. al clero e al popolo tarantino da Papa Gelasio I. In questo importante documento viene menzionata l’antica cattedrale di Santa Maria.

Nella cripta della Chiesa Cattedrale, attualmente dedicata al Santo Vescovo Cataldo, patrono della città, si possono ammirare numerosi affreschi, espressione della civiltà figurativa bizantina. Tra tutti, nella zona absidale, risalta quello raffigurante proprio San Cataldo, il cui nome Cataldus è scritto in alto a destra. Fa parte di un trittico insieme ad altre due immagini: quella di Maria Maddalena che regge nella mano destra l’ampolla degli unguenti, da portare al sepolcro di Cristo, e quella dell’eremita Zosimo che somministra la comunione a Santa Maria Egiziaca. Nell’arcata successiva della parete destra dell’abside un altro affresco riproduce l’immagine di una Madonna in trono con Bambino.

Recenti lavori di scavo, effettuati nell’ambito di un restauro più complesso terminato nel febbraio 2004, hanno gettato nuova luce sui rapporti tra l’attuale edificio e la famosa Basilica Paleocristiana, dando certezza della sua esistenza proprio in quel luogo.

L’odierna Cattedrale, a motivo del suo impianto basilicale, si fa risalire a un periodo precedente la prima età normanna, e cioè alla ricostruzione della città dopo l’incursione saracena del 927, e solo con il mosaico pavimentale datato al 1160 viene ricondotta, a pieno titolo, al romanico pugliese dell’XI secolo.

Un altro momento significativo per la storia della Chiesa di Taranto viene vissuto, nel contesto delle invasioni turche del XV sec. nei Balcani, con il formarsi nel territorio diocesano di numerose comunità di immigrati albanesi: i casali di San Marzano di San Giuseppe, San Giorgio, Monteparano, San Crispieri, Faggiano, Roccaforzata ne costituiscono infatti un dato certo a motivo della visita pastorale effettuata tra il 1577 e il 1578 dall’Arcivescovo Lelio Brancaccio che riferisce dell’uso liturgico del rito bizantino, rimasto in vigore sino al XVIII sec.1. A partire dal 1990, la stessa ospitalità viene offerta ai profughi Albanesi, che proprio nelle nostre comunità trovano solidarietà, lavoro e….in qualche caso radici familiari.

Sono sufficienti questi indizi per affermare che la Chiesa che è in Taranto si configura naturalmente come un ponte gettato verso l’Oriente, come affermato da Sua Santità Giovanni Paolo II nella Sua visita a Taranto il 29 ottobre 1989, per instaurare un proficuo e fraterno dialogo ecumenico.

L’organizzarsi graduale del laicato cattolico nell’arcidiocesi è coinciso con la presenza di S. E. Mons. Pietro Jorio (1885-1905) che fonda in Taranto il 10 febbraio 1896 il Comitato diocesano dell’Opera dei Congressi con lo scopo d’instaurare il Regno di Gesù Cristo nei cuori e nelle famiglie.

Dal 12 al 15 febbraio 1900 si tiene presso la Chiesa di San Domenico nella Città Antica il I Congresso Regionale dei Comitati Cattolici, e nel settembre 1901, presso la stessa Chiesa, il XVIII Congresso Nazionale del Laicato Cattolico, che esercita il diritto di associazione non sulla base di motivi devozionali, bensì di scelte politiche e amministrative, conformi all’insegnamento del Vangelo e del Magistero pontificio, che cominciava a produrre la dottrina sociale della Chiesa conl’enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII, per ricercare le soluzioni più idonee al problema della giustizia sociale, ormai indifferibile per l’incremento delle grandi masse proletarie.

Nel 1904, nonostante lo scioglimento dell’Opera dei Congressi, il Movimento del laicato cattolico continua a essere presente soprattutto con i circoli giovanili sino alla ripartenza nel 1917 dell’Azione Cattolica con la GIAC (gioventù di studenti medi e operai) e con gli uomini cattolici.

Con questa rinascita comincia a formarsi l’Archivio dell’Azione Cattolica Diocesana, che fornisce numerosi documenti sull’organizzazione dell’Azione Cattolica nel territorio dell’arcidiocesi di Taranto.

Tra il 1919 e il 1922 si formano i circoli maschili e femminili in quasi tutte le parrocchie della diocesi. Sono soprattutto i circoli femminili a dare segni di maggiore vitalità.

Nel 1922 viene fondato presso la Cattedrale il Consiglio federale della GIAC (i giovani furono divisi in tre categorie: studenti, operai e pescatori), e quattro anni dopo si tenne in Taranto il Convegno delle Giunte Diocesane del Mezzogiorno d’Italia.

La spiritualità della gioventù cattolica è improntata alla preghiera, all’azione e al sacrificio.

Nel maggio 1931 furono chiusi i circoli di Azione Cattolica per i contrasti tra Chiesa e Stato. I giovani cattolici vennero accusati di propaganda contro il regime e il governo fascista ordinò lo scioglimento della GIAC. Solo nell’arcidiocesi di Taranto vennero chiuse 42 sezioni, riaperte a settembre dello stesso anno. Nonostante le ristrettezze imposte dal governo, l’Azione Cattolica Diocesana risulta ben organizzata, alle dirette dipendenze dell’Arcivescovo mons. Mazzella e del suo successore mons. Bernardi, che l’hanno sorretta nei difficili momenti della dittatura e della guerra.

Alla fine del 1944, in Taranto, si organizzano le ACLI, si inaugura la sezione dei Laureati Cattolici, si aprono le sezioni del Centro Sportivo Italiano, del Centro Italiano Femminile, dei Maestri Cattolici e della Gioventù Operaia Cristiana.

Subito dopo la seconda guerra mondiale, l’Azione Cattolica Italiana è impegnata nella ricostruzione materiale e morale del Paese, nonché nell’organizzazione delle attività sociali e della formazione spirituale2.

Il carattere unitario dell’associazione si va accentuando gradualmente a partire dal 1946. Vengono organizzati corsi di formazione sulla Costituzione, sulla famiglia, sull’educazione e sulla giustizia sociale, ad opera della Federazione degli Universitari Cattolici Italiani (FUCI) e del Movimento dei Laureati Cattolici.

La testimonianza Cristiana è l’aspetto che qualifica la vita dell’Azione Cattolica Diocesana nella società. Al centro del cammino di formazione vengono posti gli esercizi spirituali, che durano tre giorni o una settimana, e interessano tutti i settori dell’associazione. L’apostolato cresce con la formazione spirituale, con l’organizzazione e con l’azione, e l’associazione diocesana si rafforza e si caratterizza per i valori della carità, della comunione ecclesiale, della missionarietà e dell’evangelizzazione in costante rapporto con la pastorale dell’Arcivescovo.

Si opera già in una società pluralista sotto la guida spirituale sicura dell’Arcivescovo Mons. Guglielmo Motolese, che ha donato all’Azione cattolica 40 anni di insegnamento, slancio ed entusiasmo, traghettandola dalla Chiesa pre-conciliare a quella conciliare, poi di Mons. Salvatore De Giorgi, per un breve arco temporale perché chiamato ad Assistente Generale di Ac prima e ad Arcivescovo di Palermo dopo, di Mons. Benigno Luigi Papa, che con l’intuizione dell’evangelizzazione e della missione ad opera dei laici rinnovò e rilanciò l’azione Cattolica Diocesana, impegnata quotidianamente a concretizzare la Sua fiducia e le Sue aspettative pastorali per i giovani e per la famiglia, e al presente di Mons. Filippo Santoro, che la spinge continuamente verso la missione e l’accoglienza di tutti gli uomini.

L’associazione diocesana riunisce in forma organizzata tutti i laici che nell’arcidiocesi di Taranto aderiscono all’Azione Cattolica Italiana. Essa, ponendo al centro la persona, offre il proprio contributo specifico per la formazione di un laicato adulto nella fede, per la comunione nella comunità ecclesiale, per il dialogo ecumenico e per la testimonianza del Vangelo nella concretezza della situazione storica. Realizza nella comunità cristiana e nella società civile una specifica esperienza ecclesiale e laicale, comunitaria ed organica, popolare e democratica.

Il dato attuale più significativo ci viene dalla “fiducia” del nostro Pastore, Mons. Filippo Santoro, che in più occasioni ha espresso stima e incoraggiamento alla nostra esperienza associativa e formativa.

Oltre un secolo di cammino devono farci sentire “orgogliosi” di appartenere all’Azione Cattolica di questa nostra Chiesa particolare, che nel trascorrere degli anni si è rivelata sempre più autentica palestra di santità laicale.